Per il «Time» Salvini è fra le 100 persone più influenti al mondo

Il settimanale statunitense inserisce il ministro dell’Interno italiano nella consueta classifica annuale, Nella sezione  «leader» Il profilo di Steve Bannon:  «Venne, vide e fece una diretta su Facebook»

Matteo Salvini è una delle 100 persone più influenti al mondo. A inserirlo nella sua usuale classifica annuale è il settimanale statunitense Time, che pone Salvini nella categoria dei leader più influenti, insieme al presidente americano Donald Trump, il presidente del Brasile Jair Bolsonaro e Papa Francesco. Nella classifica dei leader più influenti anche la giovane democratica Alexandria Ocasio-Cortez e il procuratore speciale per il Russiagate, Robert Mueller.


Incaricato di tracciare un profilo del ministro dell'Interno italiano è stato Steve Bannon, l'ex guru della comunicazione di Donald Trump eoggi tra le figure di riferimento dei sovranisti italiani. Bannon, a proposito del vicepremier leghista, scrive: «Salvini è ora uno dei politici di cui si parla di più in Europa, ed entro la fine di maggio, dopo le elezioni europee, potrebbe essere anche il più potente».


E ripropone, adattato, il celebre motto di Giulio Cesare, in cui lodava la propria velocità d'azione bellica. Così il successo fulmineo di Salvini, ma anche la sua sovraesposizione mediatica, diventa per Bannon: «He came, he saw, he Facebooked-Live» (cioè, «Venne, vide, fece una diretta su Facebook»).

Oltre a Salvini gli altri italiani inseriti nella lista sono lo chef Massimo Bottura e Pierpaolo Piccoli, direttore creativo della maison Valentino. Il vicepremier risponde con una battuta, a margine del Question time, a chi gli chiede un commento sulla scelta del Time: «Dipende da chi sono gli altri 99…».

Il leader leghista poi fa un gesto scaramantico quando gli fanno notare che in passato in quella classifica c'era stato anche Antonio Di Pietro. Poi risponde serio: «Ne sono orgoglioso, al di là del Time. Sono orgoglioso della fiducia degli italiani. Bene perché vuol dire che male non stiamo lavorando».

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