Messe in memoria di Mussolini, a Sondrio sì alla funzione. A Ventimiglia il Vescovo la vieta

Per Sondrio è un appuntamento che va avanti ormai da anni, ma quest’anno sono stati due singoli cittadini a chiedere al sindaco il permesso per celebrare la messa

Sono 74 anni dalla morte di Benito Mussolini e a Sondrio c’è chi ha deciso di ricordare l’anniversario della scomparsa. Un appuntamento che va avanti da anni nella cappella del cimitero di Sondrio dove, anche sabato 27 aprile, alle ore 16.30 è stata celebrata una messa in memoria del duce.


La funzione, una consuetudine per il paese lombardo, è stata preceduta dall’affissione di manifesti funebri per invitare i fedeli alla funzione. L’azione antifascista di Sondrio ha tentato negli anni passati di bloccare la messa anche attraverso una petizione on-line, tuttavia l’iniziativa non ha avuto gli esiti desiderati.


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I manifesti funebri nel comune di Sondrio

Intervistato dal Corriere della Sera il sindaco Marco Scaramellini ha chiarito il via libera dal Comune: «La domanda inoltrata in Comune è stata presentata da due cittadini. Nessuna associazione o movimento politico. Dagli accertamenti fatti è emerso che si tratta di un evento quasi rituale, che non ci sono mai stati problemi ed è tutto in regola. Così ho dato il mio assenso allo svolgimento».

Quest’anno l’evento ha scatenato molte polemiche tra cui quelle della Rete antifascista di Sondrio che ha definito l’evento «un episodio squallido e intollerabile, che avvelena non solo la provincia, ma il paese intero». Ormai ci siamo arresi e subiamo impotenti questa pagliacciata — spiegano i referenti dell’associazione —. Ci era stato promesso che sarebbe stata posta la parola fine a uno squallido rituale che infanga il valore fondamentale di cui la nostra costituzione è sigillo, ma nulla è stato fatto».

Ma Sondrio non è l’unica località italiana a ricordare la morte di Mussolini. Anche Ventimiglia voleva ricordare i 74 anni dalla morte di Benito Mussolini, una funzione che si sarebbe dovuta svolgere alla chiesa di Sant’Agostino, proprio accanto alla piazza in memoria di Ettore e Marco Bassi, ebrei del luogo deportati ad Auschwitz durante la seconda guerra mondiale.

All’ultimo però il Vescovo di Ventimiglia-Sanremo ha deciso di vietare la funzione. «La messa è un atto di culto a Dio e come tale deve rimanere. Ogni fedele ha il diritto di richiedere una messa o una preghiera per chiunque perché il suffragio è un’opera di misericordia che non viene negata a nessuno. Questo atto, però, deve essere sempre rispettato nella sua specificità e deve essere scevro da qualsiasi strumentalizzazione che ne travisi il senso. Per questo motivo riteniamo preferibile non accondiscendere a questa richiesta, perché ne è stato fatto un motivo di strumentalizzazione e la messa non deve diventare occasione di pubblicità», ha detto Antonio Suetta.

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