Manduria, la madre di uno dei ragazzi indagati: «Mio figlio non ha capito la gravità del gesto»

La donna, intervistata da «La Repubblica» parla di suo figlio e degli altri giovani coinvolti nell’aggressione del pensionato: «Nessuno si occupa di loro. Forse nemmeno noi»

Antonio Stano è morto il 27 aprile dopo 18 giorni di agonia. L'ultimo video che lo ritrae mostra qualche secondo delle immagini del suo pestaggio, vicenda nella quale sono coinvolti 14 ragazzi, di cui 12 minorenni. Secondo la madre di uno di loro, «non avevano capito quello che stavano facendo».


In un'intervista rilasciata a La Repubblica, la donna si apre tentando di prendersi alcune delle responsabilità dell'aggressione. «Come genitori abbiamo fallito – dice – non siamo riusciti a indicare la linea di confine tra il bene e il male».


«Ma io nemmeno se lo vedo, credo che mio figlio abbia toccato un capello di quel signore». Da quanto raccontato dalla donna, il figlio sarebbe colpevole solamente di aver ricevuto il video. Di essere, quindi, all'interno di una «chat sbagliata».

«Mio figlio è uno sportivo, non si droga», continua la signora. «Non ha mai avuto più soldi in tasca del dovuto, perché non ha mai fatto niente di male. Quali segnali dovevamo avere per capire che c'era qualcosa che non andava?».

«Io ho pensato sempre di essere una brava mamma», dice. «Ha sbagliato, doveva fare qualcosa che non ha fatto. Arrabbiarsi, dire agli amici di smetterla. Non è stato forte abbastanza. Ma anche noi genitori non abbiamo fatto quello che dovevamo».

Alla fine dell'intervista, la donna si ferma a riflettere sulle circostanze che hanno portato i ragazzi a compiere quel gesto. «Cominciamo a domandarci che fanno i ragazzi in un centro come questo. Non c'è niente, stanno in giro, davanti ai bar, ha chiuso anche il campo dell'oratorio perché ci sono i lavori. Ho letto che qualcuno ha parlato di noia ma secondo ma la questione è diversa: nessuno si occupa di loro. Forse nemmeno noi». «Mi dispiace», conclude. «Che disastro».

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