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Donald Trump ha raggiunto il traguardo delle 10 mila bufale (da quando è Presidente)

29 Aprile 2019 - 16:55 Juanne Pili
Forse sono pochi i presidenti americani che possono vantare il record personale di Donald Trump: secondo i conteggi del «Washington Post» avrebbe raggiunto infatti le 10 mila affermazioni false o fuorvianti da quando si è insediato alla Casa Banca. Quella delle bufale però sembra essere una passione che coltiva da molto prima di vincere le elezioni

Il presidente americano Donald Trump potrebbe essere ricordato un giorno per la sua abitudine a diffondere bufale, tanto che il Washington Post ha deciso di tenerne il conto. Ora ha annunciato una cifra sensazionale: dall’inizio del suo mandato fino a oggi l’ha sparata grossa almeno 10 mila volte. Lo conferma alla Cnn anche il capo dei fact-checker del Washington Post Glenn Kessler. La media giornaliera del presidente sarebbe di circa 23 bufale o affermazioni fuorvianti nell’arco degli ultimi sette mesi. 

Se Bill Clinton rischiò il mandato per aver mentito agli americani riguardo ai suoi rapporti sessuali con Monica Lewinsky, salvandosi poi con la formula dei «rapporti impropri», con Trump non si può fare la stessa cosa. Eppure sappiamo quanto le cosiddette «fake news» possano aver condizionato l’opinione pubblica americana nelle ultime elezioni presidenziali.

Buona parte delle bufale di Trump riguardano l’immigrazione, altre i suoi nemici politici o i rapporti commerciali con altri Paesi. Per quanto molte siano state facilmente smontate questo non sembra avere effetti negativi sull’opinione dei suoi elettori. Anzi, cercare di mettere in evidenza le sue affermazioni, false o fuorvianti,sembrerebbe servire solo a radicalizzarli maggiormente, ed è questo un meccanismo che potrebbe essere utilizzato in rete anche da troll e bot di potenze straniere per inasprire il dibattito pubblico.

Il riscaldamento globale è un complotto cinese

Fin da prima che Trump si insediasse alla Casa bianca è risultato prolifico nel pubblicare bufale, come quando sostenne nel 2012 che il riscaldamento globale fosse una falsità messa in circolazione dal governo cinese per rendere meno competitiva la produzione americana.

Donald Trump ha raggiunto il traguardo delle 10 mila bufale (da quando è Presidente) foto 1
Twitter|Donald Trump sul riscaldamento globale.

I vaccini causano l’autismo

Trump non si fece mancare nemmeno affermazioni pericolose per la sanità pubblica, come quando mise in correlazione i vaccini con l’autismo, mentre recentemente – a seguito dell’epidemia di morbillo nel suo paese – ha dovuto invitare i cittadini a vaccinarsi.

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Obama non è nato americano

Uno dei suoi cavalli di battaglia è stato sicuramente la tesi in base alla quale Barack Obama non fosseun presidente legittimo, in quanto non sarebbenato negli Stati Uniti, condizione essenziale per potersi candidare alla presidenza. Alla fine dovette arrendersi all’evidenza ammettendo i natali americani di Obama.

Il padre di Ted Cruz frequentava l’assassino di Kennedy

Trump non sembra avere particolari scrupoli quando decide di diffondere informazioni che potrebbero danneggiare i suoi nemici politici, come quando sostenne – senza presentare alcuna prova – che il padre di Ted Cruz fosse in particolari rapporti con Lee Harvey Oswald,l’assassino di J. F. Kennedy.

I crimini degli immigrati

Donald Trump è il presidente che senza dubbio ha contribuito maggiormente a diffondere informazioni distorte e infondate sugli immigrati, sostenendo di fatto che buona parte dei crimini fossero commessi dagli stranieri, da qui anche la necessità di costruire il famigerato muro tra Stati Uniti e Messico. Tutto questo nonostante esistano ormai da anni studi che smentiscono queste affermazioni.

Prendiamo ad esempio una ricerca pubblicatanel 2015 dal CATO Institute, dove risulta che negli Usa, se i maschi adulti stranieri tra i 18 e 39 anni accusati di crimini erano l’1,6%, quelli americani ammontavano al 3,3%. La convinzione in base alla quale basta provenire da altri Paesi per essere potenziali portatori di crimini è abbastanza vecchia, la ritroviamo ovunque, anche in Italia: molto si deve invece al contesto di povertà e alla mancanza di concrete misure che permettano l’integrazione.

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