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«Game of Thrones», terzo episodio: la più grande battaglia nella storia della tv

29 Aprile 2019 - 08:32 Valerio Berra
La puntata più attesa è arrivata: 11 settimane di riprese, oltre 750 comparse. Mai qualcosa di simile era stato trasmesso sul piccolo schermo

Le mani di Sam, che tremano tra il freddo e la paura. Fino a quando gli viene messo in mano un pugnale di vetro di drago. È ora. La battaglia sta per cominciare. E un po' le mani tremano anche a noi. A noi che abbiamo atteso questa puntata per otto stagioni. Il ghiaccio contro il fuoco. I morti contro i vivi. Gli occhi azzurri che si aprono nella notte.

La lunga notte è il terzo episodio dell'ultima stagione di Game of Thrones. Questa battaglia era una delle poche notizie certe che circolavano sulla serie prima della sua messa in onda. I fan conoscono a memoria i dettagli della sua produzione: 11 settimane di riprese e oltre 750 attori coinvolti. Mai qualcosa del genere si era visto sul piccolo schermo. Ad orchestrare le cineprese Miguel Sapochnik, lo stesso dell'episodio La battaglia dei Bastardi.

Il massacro di Grande Inverno

«Tutto quello che hai fatto ti ha portato qui». Lo dice Bran a Theon in mezzo alla battaglia, ma vale per tutti. Nessuno dei personaggi che si trovano a Grande Inverno ora ha avuto un percorso lineare. Non sono stati nei loro castelli ad aspettare questa battaglia. Hanno viaggiato, si sono persi, hanno combattuto e sono stati sconfitti.

E alla fine, in qualche modo, sono arrivati all'ultimo grande castello della civiltà umana, prima della Barriera e delle Terre Selvagge. Sono tutti schierati. I dothraki, gli Immacolati, i cavalieri della Valle, i fanti del Nord, i Guardiani della Notte, i bruti e quei personaggi erranti che hanno trovato in questa sera una ragione per combattere, come il Mastino o Beric Dondarrion.

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Per questo, all'inizio ci si poteva aspettare qualcosa di diverso. Strategie all'altezza della battaglia delle Acque Nere o lunghi duelli con gli Estranei. Le attese sono state ribaltate. La battaglia di Grande Inverno è stata un massacro, un survival horror come anticipato dalregista poche ore prima della messa in onda.

I non morti travolgono come un'orda prima la cavalleria dothraki e poi tutto il resto. L'esercito del Nord, gli immacolati, le muradi Grande Inverno e le cripte. Tutto viene spazzato via dalla forza di un esercito fatto di cadaveri che non ha paura di morire una seconda volta.

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Lo aveva detto anche il produttore Bryan Cogman in un'intervista all'Hollywood Reporter: «Gli Estranei e il Re della Notte sono la personificazione della fine». Ed è proprio nel momento più disperato della battaglia, quando i non morti sono entrati nelle cripte di Grande Inverno, che inizia una delle sequenze più belle della serie.

Sansa estrae un pugnale di vetro di drago, per difendersi. Tyrion la guarda, affianco a lei. Le urla della battaglia lasciano il posto a una colonna sonora molto asciutta. Le inquadrature si spostano dentro e fuori Grande Inverno, fermandosi sui volti dei protagonisti. Fino all'arrivo del Re della Notte nel luogo più sacro del castello degli Stark. E poi, semplicemente, arriva Arya.

Due domande per il prossimo episodio

1. Che fine hanno fatto Spettro e Rhaegal?

Al netto dei lutti degli esseri umani presenti in questo episodio, aspettati o meno aspettati, ci sono due creature di cui non è chiaro il destino. La prima è Spettro, il metalupo albino di Jon Snow che nelle ultime stagioni ha fatto perdere un po' le sue tracce. A inizio episodio corre accanto all'esercito contro i non morti e poi sembra perdersi nella battaglia.

La seconda è Rhaegal, il drago verde di Daenerys che affronta Viserion-non-morto. Dopo la battaglia lo si vede planare verso il suolo, ferito. In entrambi i casi, il trailer del prossimo episodio offre chiari indizi per trovare una risposta.

2. Quanti uomini sono rimasti?

Gli unici che difficilmente rivedremo sono i dothraki, dati in pasto ai non morti senza troppi complimenti. Ora però bisogna capire quante altre truppe rimangono. Una guerra è finita, ma un'altra deve ancora iniziare. È l'ultima, quella contro Cersei e la sua Compagnia Dorata per la conquista del Trono di Spade.

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