Primo maggio, Mattarella: «I giovani non devono scoraggiarsi, ma credere nel futuro che sapranno costruire»

Il discorso del presidente della Rebubblica nel giorno della festa dei lavoratori

La sicurezza sul lavoro, lo sfruttamento, le prospettive dei giovani, la solidarietà ai disoccupati. È un discorso rivolto alle categorie più deboli, quello delpresidente della Rebubblica Sergio Mattarella, in occasione del 1 maggio, festa dei lavoratori.


«Il Primo maggio – dice – è una festa della Repubblica e della Costituzione che indica nel lavoro un fondamento di civiltà, condizione di autentica libertà personale, di autonomia delle persone nella costruzione del proprio destino».


Una frase che richiama due articoli della Costituzione: il primo – l’Italia è una Repubblica democratica,fondata sul lavoro – e il terzo sulla responsabilità delle istituzioni nella rimozione degli ostacoli economici e sociali che impediscono la piena realizzazione dei cittadini e la loro partecipazione alla vita dello Stato.

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«Senza lavoro – dice il Presidente -rimane incompiuto il diritto stesso di cittadinanza, la dignità dell’individuo ne rimane mortificata, la solidarietà sociale e la stessa possibilità di sviluppo della società ne rimangono compromesse. Esprimo la mia vicinanza – continua Mattarella- a quanti cercano lavoro e ancora non riescono a ottenerlo, a chi lo ha perduto, a chi è occupato in modo precario o saltuario, a coloro i quali lavorano con una retribuzione insufficiente per sostenere se stessi e le proprie famiglie». Le energie del Paese – dice Mattarella – devono convergere su una «priorità nazionale»: creare lavoro di qualitàe assicurare ai giovani un futuro adeguato.

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Ai giovani Mattarella dedica un passaggio del suo discorso:«Non devono scoraggiarsi, bensì credere convintamente nel futuro migliore che loro saranno capaci di costruire.Non possiamo tollerare forme di sfruttamento che rasentano la schiavitù. Non possiamo chiudere gli occhi davanti a condizioni inumane a cui vengono costretti i lavoratori più deboli».

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Secondo l’Inail tra il 2017 e il 2018 gli incidenti sul lavoro sono aumentati di 4mila unità(il numero dei morti è diminuito). Ma con la precarizzazione del lavoro, il tema della sicurezza è sempre più prioritario:«Lavorare senza pericolo – dice il presidente -è non solo possibile, ma irrinunciabile. Tuttavia gli incidenti continuano, causando lutti, invalidità, sofferenze immani alle vittime e ai loro familiari. Non possiamo tollerare alcun evento mortale sul lavoro».

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