Festival della cannabis: «Sarà il boom economico più importante per l’Europa» – L’intervista

In programma a Milano dal 3 al 5 maggio, l’evento è stato criticato da vari esponenti politici. Ma espositori e esperti controbattono: «È un’opportunità incredibile che l’Italia sta perdendo a causa della cecità della politica». Il commento di Rachele Invernizzi, vicepresidente di Federcanapa e Stefano Zanda, direttore generale del Consorzio Nazionale per la tutela della Canapa

Contro questo festival si sono scagliati tutti, da destra a sinistra le voci sono state unanimi nel condannarel'evento e quel manifesto dal titolo inequivocabile: «Io non sono una droga».«Bisogna fermare subito questa manifestazione e bloccare questa ignobile propaganda della droga libera», aveva scritto Giorgia Meloni, la leader di Fratelli d'Italia per denunciare il festival internazionale della cannabis. Per il sindaco di Milano Beppe Sala si tratta invece di un messaggio promozionale «sbagliato e pericoloso». Ma il 4.20 Hemp Fest è partito lo stesso e sarà aperto a Milano fino al 5 maggio.


«Mi dispiace sentire commenti contro la canapa industriale». Così Rachele Invernizzi, vicepresidente di Federcanapa, dal festival incriminato, è tornata sulla vicenda, commentando a Openle polemiche delle ultime settimane. L'evento, dicono gli organizzatori, è in realtà un'occasione per riflettere sullacannabis legale, quella conpercentuale di tetra-idrocannabinolo (Thc) inferiore allo 0,5, e tornare a considerare la canapa come una pianta dalle molteplici proprietà. «È un'opportunità incredibile per la nostra Nazione, come è statoin passato:è industria, lavoro, ambiente e sostenibilità».


Il festival è alla sua quarta edizione eha attratto 150 espositori dall'Italia e da tutta Europa. Un'occasione per operatori del settore legati al mondo della canapa, dalle essenze a base di CBD, al mondo dei cosmetici.«Dalla canapa industriale si possono ricavare prodottiche potrebbero sostituire le materie plastiche quasi completamente».

«In Italia vengonocoltivati 2300 ettari di canapa», ricorda Stefano Zanda, direttore generale del Consorzio Nazionale per la Tutela della Canapa. «In Europa il settore ha un fatturato di 12 miliardi di euro, una cifra che raggiungerà i 180 miliardi nel 2025».

Ma per chi vuole investire nel settore le difficoltà sono tante, soprattutto a causa di un vuoto normativo e della disinformazione: «Il nostro mestiere viene spesso associatodai giornalie dai politici alle droghe, Abbiamo sposato questa fiera perchèquesto è proprio ildibattito che bisogna accendere in Italia, la canapa industriale non è una droga, il principio attivo la esclude dal mondo degli stupefacenti», e chiarisce la posizione del Consorzio in merito allalegalizzazione completa della pianta: «non siamo a favoredell'uso ludico».

Zanda ammette che molta della confusione sia stata causata proprio dagli imprenditori: soprattutto quelli cheentranoin questo mercato senza le necessarie competenze. «Molti neo-imprenditori hanno giocato sul richiamo alla marijuana rovinando l'immagine pubblica del settore, una provocazione che poteva andare bene all'inizio, ora però va spiegato che mondo è: non dà sballo, ma dà benessere», continua Zanda,«è il boom economico più importante dell'Europa dei prossimi cinque anni».

Un settore che quindi è in espansione, e assicura nuova occupazione:«L'anno scorso abbiamo dato lavoro a più di 20persone: è un'industria che fornisce tantissima manodopera». Tanti gli espositori stranieriche, confessano, stanno cercando di entrare nel mercato italiano. Sulle critiche, arrivate da diverse parti politiche, Zandaparla di una chiara miopia e ignoranza: «Sono vicino a molti politici di destra ma credo che la politica manchi di lungimiranza, nessuno ha il coraggio di dire che questo è un settore chiave per lo sviluppo dell'Italia in futuro».

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