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L’Iran sospende alcune parti dell’accordo sul nucleare; ecco cos’è e cosa prevede

Il ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif ha comunicato ai Paesi firmatari del Jcpoa che Teheran intende sospendere alcuni termini dell'accordo, ma chiarisce: «Non stiamo operando al di fuori dell'intesa ma anzi lavoriamo all'interno del quadro dell'accordo»

A un anno dalla decisione di Donald Trump di ritirarsi dall’accordo sulnucleare iraniano, l’Iranha fatto sapere di voler sospendere alcuni termini dell’accordo a seguito della ripresa delle sanzioni da parte degli Usa. «La decisione dell’alto consiglio di sicurezza di smettere di agire su alcuni degli impegni della Repubblica islamica nell’intesa sul nucleareè stata comunicata ai capi di Stato dei Paesi»che ancora fanno parte dell’accordo, Gran Bretagna, Cina, Francia, Germania e Russia, ha fatto sapere il ministero degli Esteri iraniano, Javad Zarif.

Tuttavia, la decisione dell’Iran rientra nei termini previsti dall’accordo e non costituisce una violazione dell’intesa, dalla quale Teheran ha più volte ribadito negli ultimi giorni di non voler uscire. «La Repubblica islamica ha ritenuto opportuno mettere fine ad alcuni dei suoi impegni e misure che ha volontariamente adottato»nell’ambito dell’intesa del 2015, ha affermato il capo della diplomazia iraniana.

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Il ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif durante la conferenza sulla sicurezza di Monaco

Teheran, ha assicurato Zarif, «non uscirà» dall’accordo (Jcpoa) ma ha questo diritto: «Non stiamo operando al di fuori dell’intesa ma anzi lavoriamo all’interno del quadro dell’accordo, ha aggiunto, citando lesezioni26 e 36 che permettonoall’Iran di cessare alcuni o tutti i suoi impegni se una delle altre parti non aderisce all’accordo.

Nello specifico l’Iran ha deciso di mettere fine alle sue limitazioni sulle riserve di acqua pesante e uranio arricchito. Teheran ha fatto sapere ai Paesi restanti nell’accordo internazionale (Germania, Cina, Francia, Gran Bretagna e Russia), i 5+1,che hanno due mesi di tempo per «rendere operativi i loro impegni, in particolare riguardo ai settori petrolifero e bancario».

Il presidente Hassan Rouhani non ha voluto ricalcare la scelta di Trump di rinunciare completamente all’accordo, ha invece notificato all’Europa che stava seguendo dei passi calibrati e calcolati, e che i Paesi restanti hanno 60 giorni per decidere se vogliono seguire la strada tracciata dal presidente americano o salvare l’accordo.

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Ansa|Javad Zarif con il ministro degli Esteri italiano Enzo Moavero Milanesi, 22 novembre 2018

«La strada che abbiamo scelto oggi, non è una strada di guerra, ma la strada della diplomazia», ha detto Rouhani in un discorso trasmesso sulle reti nazionali. «Una diplomaziacon un nuovo linguaggio e una nuova logica».

Nessuna delle azioni riprese dall’Iran lo porterebbe tuttavia ad acquisire un’arma atomica nel breve periodo. Inoltre l’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica, incaricata in questi anni di verificare il rispetto da parte di Teheran dei termini dell’accordo, ha sempre sostenuto la corretta applicazione e il rispetto dell’Iran del JCPOA.

Cosa prevede l’accordo sul nucleare

Dopo anni di negoziati i 5+1, ovvero i membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu più la Germania, hanno raggiunto il 14 luglio del 2015 un accordo considerato da molti storico, un successo della diplomazia internazionale e dell’allora presidente Usa Barack Obama. L’obbiettivo primario dichiarato, e ufficiale, era impedire che l’Iran sviluppasse ordigni atomici.

Con la firma l’Iran si è impegnato a ridurre di oltre due terzi le sue centrifughe: da 19 mila, Teheranè passato a 6.104, di cui solo 5.060 sono state adibite ad arricchire l’uranio per i prossimi 10 anni. Inoltre Teheran ha accettato di non arricchireuranio per i prossimi 15 anni e di non superare la soglia di arricchimento del 3.67 per cento. Ha inoltre acconsentito a non costruire altre installazioni per l’arricchimento dell’uranio per i prossimi 15 anni.

In cambio i Paesi firmatari, in particolare gli Stati Uniti, si erano impegnati a rimuovere le sanzioni economiche e finanziarie. Imposte nuovamente lo scorso 4 novembre dall’amministrazione Trump, le nuove sanzioni colpiscono in particolare le transazioni relative al petrolio dell’Azienda Nazionale Iraniana, incluso l’acquisto di petrolio, nonché transazioni di istituzioni finanziere straniere con la Banca Centrale Iraniana.

Le sanzioni sono principalmente di carattere secondario. Colpiscono i soggetti che hanno relazioni economiche e commerciali con l’Iran, come l’Italia che con il Paese del Medio Oriente ha sempre avuto un’ottima relazione. Tra il 2016 e il 2017 l’interscambio tra i due Paesi era cresciuto del 97 per cento arrivando a 5 miliardi di euro. Roma è il primo partner europeo di Teheran per le importazioni, 3,4 miliardi in petrolio, e il secondo partner Ue per esportazioni, 1.7 miliardi.

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Ansa|Il Primo ministro Benjamin Netanyahu descrive come l’Iran abbia, secondo fonti israeliane, violato l’accordo sul nucleare, 30 aprile 2018

Tuttavia, nonostante le preoccupazioni dell’amministrazione Usa, sono solo 9 i Paesi a detenere il totale dei 13 mila 850 ordigni atomici presenti al mondo, e tra questi non figura l’Iran. Al primo posto la Russia e gli Stati Uniti, che assieme posseggono la quasi totalità delle bombe atomiche: 12 mila 675. Tra i Paesi c’è anche Israele, con i suoi 80 ordigni, che negli ultimi anniha ingaggiatouna propaganda contro gli Ayatollah, etichettandoli come una minaccia per il Medio Oriente a causa delloro programma nucleare.

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