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L’Ue riduce le stime di crescita in Italia a +0,1%: gufi o grilli parlanti? – L’intervista

L' Italia si conferma fanalino di coda in europa, con il deficit e disoccupazione in aumento. Il Governo sfida Bruxelles, accusando la Commissione di sottostimare il nostro potenziale di crescita. Ma è così? Per l'economista Bernardo Bortolotti è «difficile che nel 2018 la crescita superi il +0,1-0,2%» 

Quando a fine aprile l’Istituto nazionale di statistica (Istat) ha rivisto le stime di crescita dell’Italia al +0,2%, confermando quanto indicato nel Documento Economia e Finanza (Def), le reazioni del Governo sono state. comprensibilmente, positive. Il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio ha parlato di«dati importanti che ci fanno affrontare il primo maggio con elementi incoraggianti» e ha rilanciato la proposta di un salario minimo. Matteo Salvini ha esultato per la fine delle recessione tecnica e inneggiato all’introduzione della flat tax.

Le reazioni del Governo

Tutto sommato, si trattava se non di un trionfo, quantomeno di una tregua dopo i due cali consecutivi del Pil registrati negli ultimi due trimestri del 2018, entrambi chiusi a -0,1% e la bocciatura da parte del Fondo Monetario Internazionale (Fmi) e dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. Eppure, quando la Commissione europea ha pubblicato le proiezioni di crescita per il 2019 (+0,1%) e il 2020 (+0,7%) in cui essenzialmente veniva confermato quanto pronosticato nel Def, il premier Giuseppe Conte non ha nascosto la sua delusione: «Le previsioni della Commissione Ue mi sembrano a dir poco ingenerose: perché lo 0,1% che ci viene accreditato significa che non cresceremo più e che le misure che abbiamo adottato con la manovra economica, decreto crescita e sblocca cantieri non consentiranno nessuna prospettiva di crescita economica».

Per non parlare dei membri della Commissioni Bilancio e Finanze della Camera del MoVimento 5 Stelle,per i quali le stime Ue rappresentano una minaccia diretta al Governo giallo-verde:«L’obiettivo è chiaro, colpire un Governo ostile ai diktat di Bruxelles e che vuole fare gli interessi degli italiani. L’assurdità delle nuove stime della Commissione, sulla base delle quali verranno espressi i verdetti sul rispetto o meno delle regole di bilancio, sono facilmente riscontrabili […] le principali misure contenute nella manovra economica, come il Reddito di Cittadinanza e la Quota 100, nonché il Decreto Crescita, inizieranno a dispiegare pienamente i loro effetti solamente nella seconda metà del 2019. Il tentativo di colpire politicamente questo Governo ricorrendo a stime farlocche e minacce di sanzioni non sortiranno alcun effetto».

Il commento

Ma davvero le stime dell’Ue non tengono conto di quanto fatto dal Governo fino a oggi?Innanzitutto, nel documento della Commissione ci sono riferimenti chiari al Reddito di Cittadinanza, introdotto con la Legge di Bilancio a fine 2018. Se da una parte viene rimarcato come il sussidio potrebbe avere un effetto positivo sui consumi domestici, ritenuti però insufficienti come motore di crescita, l’effetto sull’occupazione è complessivamente valutato in negativo. Secondo la Commissione infatti il reddito di cittadinanza«probabilmente porterà un numero sempre maggiore di persone a certificarsi come senza impiego».

Poi – e lo sottolineano gli stessi 5 stelle -le misure introdotte dal Governo probabilmente non potranno avere un effetto sull’economia nel breve termine e quindi potranno incidere poco sul tasso di crescita del Pil.Come ha spiegato a Open l’economista Bernardo Bortolotti, è difficile prevedere quale possa essere il loro impatto:«Non credo che nemmeno all’interno dei ministeri competenti ci siano delle stime affidabili su quello che può effettivamente determinare il decreto crescita tra sblocca cantieri e ammortamenti.»Perché dunque, la Commissione avrebbe sbagliato a non tenerne conto – sempre che sia davvero così?

Probabilmente ci vorrannoanni per contabilizzare in punti di crescita e gli eventuali effetti delle misure:«È difficile pensare che ci possa essere un effetto in positivo già nel 2019. Non vedo come possa sollevarsi dallo +0,1, +0,2 o +0,3percento. E nel2020, in un contesto europeo comunque non brillante, non c’è da essere ottimisti, anzi c’è da essere estremamente prudenti». Il punto più saliente del documento della Commissione riguarda le clausole di salvaguardia e la crescita del deficit, con lo sforamento del patto di stabilità per quanto riguarda il rapporto deficit-Pil che, a condizioni immutate, dovrebbe passare dal 2,5% del Pil nel 2019al 3,5% nel 2020, rispetto al 2,1% del 2018.

«La Commissione europea ritiene poco probabile che vengano applicati i famosi aumenti dell’Iva.È questa la principale novitàrispetto al Def» – continua Bortolotti. -«Perstabilizzare il debito oggi il Governo italiano deve trovare rapidamente una finanziariache generi 2,5% del Pil di avanzo primario, sono circa 40 miliardi, di minori spese con maggiori tasse. Ma una finanziaria da 40 miliardi, politicamente chi la regge? Chi tra i principali esponenti del Governo, Matteo Salvini, Luigi Di Maio e Giuseppe Conte potrebbe firmarla?». Come ha anticipato durante la conferenza stampa di ieri il commissario europeo agliAffari economici Pierre Moscovici, si tratta di una domanda alla quale il Governo, nella persona del ministro Giovanni Tria, potrebbe essere portato a dare una prima risposta già a giugno di quest’anno.

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