«L’omosessualità è un abominio»: l’Irlanda mette al bando il predicatore omofobo

È la prima volta che il ministro della Giustizia applica la legge del 1999 che rende possibile l’esclusione di una persona dal Paese 

Steven Anderson è un pastore battista dell’Arizona, noto per esprimere apertamente posizioni omofobe e antisemite. Sul suo sito aveva annunciato un suo sermone a Dublino il 26 maggio. 14 mila persone hanno però preso posizione contro di lui, firmando una petizione online perché Anderson fosse bandito dall’Irlanda.


Il 10 maggio, il ministero della Giustizia Charlie Flanagan ha firmato un ordine di esclusione per il predicatore, con effetto immediato. È la prima volta che questa misura viene applicata, dalla sua creazione nel 1999. Flanagan ha dichiarato di aver firmato l’ordine «nell’interesse pubblico».


Anderson, che ha già inneggiato alla morte dell’ex presidente Usa Barack Obama e ha lodato l’uomo che ha ucciso 49 persone in un night club gay in Florida nel 2016, è già stato bandito da vari paesi, tra cui il Regno Unito, il Sudafrica e la Jamaica, ed è stato espulso dal Botswana.

«Crediamo che l’omosessualità sia un peccato e un abominio che Dio punisce con la pena di morte», si legge sul suo sito. Il predicatore, i cui video hanno raggiunto i 29 milioni di visualizzazioni su Youtube, si è espresso anche contro il diritto di voto per le donne e ha detto che le vittime degli attacchi terroristici del Bataclan «se la sono cercata» andando a un concerto metal. 

Cresciuto a Sacramento, ha creato nel suo salotto di casa in Arizona la Chiesa Battista della Parola Fedele. Ha conosciuto sua moglie Zsuzsanna mentre faceva proselitismo a 18 anni a Monaco e con lei, Anderson, ha avuto 10 figli. Secondo quanto afferma sul suo sito, il predicatore conosce a memoria 140 capitoli della Bibbia e i suoi testi fondamentalisti sono stati tradotti in 115 lingue.

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