Nelle carte su Legnano un “sistema” gestito dal sindaco. E spunta il nome di Salvini – Esclusiva

Nelle carte dell’arresto del sindaco Fratus, un sistema “totalitario” scrive il gip di Busto Arsizio

Nell'inchiesta sul sistema Legnano c'è un elemento che potrebbe ribaltare la campagna elettorale e persino il governo. Non ci sono elementi, almeno per il momento, per dire che gli atti abbiano portato a nuovi sviluppi giudiziario né ad un'iscrizione al registro degli indagati. Ma nelle intercettazioni raccolte dalla procura di Busto Arsizio si dice per due volte che il segretario della Lega, Matteo Salvini, era a conoscenza o avrebbe addirittura partecipato alle riunioni relative all'accordo preso dal sindaco Gianbattista Fratus.


Quello con cui, nel 2017, si sarebbe garantito l'appoggio del candidato Ncd, risultato terzo al primo turno elettorale del comune di Legnano. E in cambio gli avrebbe promesso la nomina della figlia in una municipalizzata.


Il ruolo di Salvini

L’ordinanza di custodia cautelare nei confronti del sindaco Giambattista Fratus, del vicesindaco Maurizio Cozzi e della dirigente Chiara Lazzarini, parte proprio dalla nomina della figlia del candidato alle elezioni comunali per la lista Ncd/Udc.

Nel giugno 2017, al momento del ballottaggio, Fratus ottiene l’appoggio del candidato Udc, indispensabile per superare la lista di centrosinistra, come effettivamente avviene. Quindi, nomina la figlia in una controllata del comune, con decisione diretta.

Il gip non ha dubbi su quanto avvenuto:

Le risultanze investigative permettevano di svelare ex-post l'accordo corruttivo tra Fratus e Guidi Luciano, in forza del quale il primo, a fronte dell'appoggio della lista capeggiata da Guidi in sede di ballottaggio, si sarebbe impegnato a ricompensarlo assegnandogli un incarico in seno ad una società pubblica.

Promessa che effettivamente veniva mantenuta in quanto, in data 24 ottobre 2018, la figlia di Guidi, Martina, veniva nominata membro del CdA della società Aemme Linea Ambiente.

La giovane neolaureata, dicono le intercettazioni, sa poco e nulla di aziende municipalizzate e si limita a fare quello che le dicono. Eppure, l'accordo si fa lo stesso. Anzi, dicono le carte, a gestire l'intesa sarebbe stato tra gli altri proprio Matteo Salvini.

Nelle carte su Legnano un “sistema” gestito dal sindaco. E spunta il nome di Salvini - Esclusiva foto 3

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E' la fedelissima del sindaco Chiara Lazzarini, anche lei ai domiciliari, a spiegare:

Ha detto io siccome negli accordi elettorali che ho preso con Guidi per il ballottaggio, accordi presi a livello regionale con Guidi, Alli, Musella e Salvini….gli avevo detto che se mi appoggiava avrebbe dato un posto a Guidi e quindi…

Le "cose di Roma"

Metodi ancora più spicci quelli seguiti per la scelta del nuovo direttore generale del Comune. Alle dimissioni del predecessore, Fratus e i suoi si attivano per cercare un sostituto. Sebbene la legge preveda una procedura concorsuale, la scelta viene fatta in un vorticoso giro di telefonate tra dirigenti amici.

Tra gli introdotti anche alle “cose di Roma” le intercettazioni citano per due volte un Giorgetti che potrebbe essere il potentissimo sottosegretario (ma non è chiaro se dia effettivamente lui l’indicazione decisiva).

Nelle carte su Legnano un “sistema” gestito dal sindaco. E spunta il nome di Salvini - Esclusiva foto 1

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Quel che è certo è che alla fine la scelta, passata per un concorso fittizio, dicono le carte, ricade su Enrico Barbarese, proveniente da una municipalizzata fiorentina e pluri-indagato. Barbarese, infatti risulta sotto indagine a Grosseto per attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti e attività di gestione di rifiuti non autorizzata, come non manca di far notare (inascoltato) un membro della giunta.

Metodi analoghi si trovano anche nella nomina del Dg dell’azienda che gestisce il gas metano. A latere, una nota ironica evidenziata fin dal primo momento: L’intera indagine è nata da un giro di esposti, proprio a proposito della Amgma, uno dei quali presentato proprio da Fratus.

Lapidario il commento del gip:

E' emerso un "modus operandi ispirato a logiche di supremazia personale e di controllo totalitario delle amministrazioni pubbliche anche in totale mancanza di qualsiasi giustificazione formale.