Le foto della bimba danneggiata dalla vitamina K e dai vaccini – Pericolosa disinformazione

Le foto di una bimba operata alla testa sono state usate in ambienti free-vax per sostenere che la vitamina K fa male. Facciamo chiarezza

Ci avete segnalato le immagini di una bimba operata alla testa condivise da alcuni account «free-vax» su Facebook. Le foto vengono correlate con l’assunzione di vitamina K. Spesso non viene riportata alcuna fonte, tanto meno il suo nome. Cercando su Facebook scopriamo che si tratta di una bimba le cui foto sono state condivise per la prima volta dall’account di Nick Catone, nel settembre 2018.

Lo stesso Catone perse un figlio l’anno precedente, per motivi che continua ad attribuire ai vaccini. Secondo quanto sostiene l’ex atleta americano di arti marziali – riportando probabilmente la testimonianza di una madre – la bimba sarebbe stata danneggiata dal vaccino DTaP (contro tetano, pertosse e rosolia). Infatti sarebbe stata sana prima della vaccinazione effettuata a due mesi d’età. 

Cosa c’entra la vitamina K?

La piccola sarebbe quindi stata danneggiata dai vaccini. Lo stesso Catone riporta infatti che era sana prima della vaccinazione effettuata a due mesi d’età. 

«Non ha ricevuto vaccinazioni oltre alla gengivale e alla vitamina k».

Questo significa che chi rilancia le immagini della bimba innanzitutto non ha capito cosa scrive esattamente l’atleta: secondo quanto riporta la vitamina K non c’entra. I sospetti ricadono esclusivamente sui vaccini. Dopo diversi giorni dai primi sintomi diagnosticano alla bimba uno «spasmo infantile». La madre chiese al neurologo curante se fosse dovuto al vaccino, ottenendo ovviamente una risposta negativa.

Cosa c’entrano i vaccini?

Al quarto mese d’età la bimba viene sottoposta ad altre vaccinazioni, mentre i sintomi si aggravano. Così la madre decide di fare delle ricerche per conto suo, scoprendo che il vaccino DTaP avrebbe tra gli effetti avversi proprio lo spasmo infantile. 

Nonostante tutto la madre continua ad affidarsi alla medicina – quella vera – sottoponendo la bambina a chirurgia cerebrale, eseguita all’età di nove mesi. Nel momento in cui Catone pubblicava il post la piccola aveva già due anni e mezzo:

«Sono così orgogliosa del suo successo che è così forte e sorprendente».

Abbiamo già approfondito abbondantemente le ragioni per cui è infondata la correlazione tra l’età in cui devono essere fatti i vaccini e quella in cui possono presentarsi i primi sintomi di certe patologie – come ad esempio l’autismo – mentre per quanto riguarda gli effetti avversi, sappiamo che le case farmaceutiche corrono spesso ai ripari inserendo nei bugiardini letteralmente «qualsiasi cosa», incidenti stradali e annegamenti inclusi. Questo si deve spesso al fatto che nelle cause civili non sempre gli studi scientifici vengono valutati nel giusto peso.

L’importanza della vitamina K

Veniamo dunque alla vitamina K, nonostante – come abbiamo visto – non c’entri proprio niente con la fonte originale. Negli ambienti no-vax spesso si mischiano altre tesi che sfociano nel complottismo, come quella in base alla quale la vitamina K1 causerebbe danni ai bambini. La narrazione proposta in rete è più o meno sempre la stessa:  

«Ecco cosa contiene la viramina K1 che proponano ai bambini appena nati, spesso all’indaputa dei genitori…! […] Medicina criminale : Qualcuno spieghi l’utilità di iniettare ai neonati, 30 secondi dopo il parto, la pericolosa ed inutile vitamina K1».

La vitamina K1 viene prescritta ai neonati in caso di carenza, lo stesso latte materno ne contiene poca, mentre difficilmente riesce ad attraversare la placenta durante la gravidanza. Non integrare questa sostanza significherebbe far correre al bambino il rischio di avere una «emorragia da deficit di vitamina K1».

Chi sostiene che la vitamina K1 diventi dannosa accumulandosi man mano nel corpo, ignora forse il fatto che la ricaviamo dai vegetali, soprattutto gli spinaci. L’immagazzinamento di questa sostanza nel nostro organismo è piccolo, tanto che andrebbe integrata giornalmente. 

L’importanza di integrarla e la sicurezza della sua assunzione è fuori discussione, mentre diffondere narrazioni volte a spaventare i genitori potrebbe invece portare a causare danni seri ai loro bambini.

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