Europee, D’Alema:«Al Pd serve un corso per parlare agli operai»

«Bisogna affidarsi a un uomo come Maurizio Landini e fargli tenere un seminario a settimana», dice l’ex presidente del Consiglio

A pochi giorni dalle Europee, Massimo D’Alema ha definito «positivo» il risultato della sinistra uscito dal voto del 26 maggio. «Le elezioni le ha vinte la destra» – ha dichiarato D’Alema intervistato da la Repubblica – «il centrosinistra ha fermato una emorragia e si è reinsediato nel suo mondo». Sulle Europee l’opinione dell’ex Presidente del Consiglio è chiara: «Si è tornati a uno scenario bipolare destra-sinistra che sembrava superato». D’Alema ha commentato soprattutto il risultato del Pd, che ha guadagnato qualche punto percentuale rispetto alle politiche, e rilancia il ruolo del partito guidato da Zingaretti in opposizione alla Lega: «È di nuovo in campo ed è l’antagonista di Salvini». Ma sul futuro, l’ex ministro degli Esteri del secondo governo Prodi tra il 2006 e il 2008, ricorda che la strada per il Pd è lunga: «Va ricostruita l’immagine insieme a una coalizione di centrosinistra completamente nuova». E per farlo D’Alema ha chiaro il percorso: «Ripartire dal mondo del lavoro: welfare, diritti, lotta alla precarietà». Sull’operato di Zingaretti il consiglio è uno: «Affidarsi a uno dei pochi capi operai della sinistra, Maurizio Landini», a cui D’Alema farebbe fare un seminario di una settimana per spiegare come si parla agli operai. «I candidati devono tornare a fare comizi davanti alle fabbriche», afferma D’Alema. E riguardo alla tenuta del governo D’Alema ammette che non «ci sono le condizioni politiche perchè cada. Può però cadere travolto dalla realtà», la realtà di un’Europa che non considera l’Italia affidabile. Il Pd ancora la casa di D’Alema? Per il politico italiano non ci sono più case. «Bisogna ricostruirla, la casa. Non io, ma milioni di elettori ancora non sentono tale il Pd».


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