Terremoto Pd, Zingaretti esclude i renziani (che vanno all’attacco sul caso Lotti)

Non c’è pace nel Partito Democratico: prima l’affaire Csm, ora le nuove nomine che scontentano la minoranza. Maria Elena Boschi: «Sono arrivati più attacchi a Lotti dall’interno del Pd che dagli avversari politici»

I nomi dei componenti della segreteria del Partito Democratico sono stati resi noti da Nicola Zingaretti con qualche giorno di anticipo: 15 persone in totale. Segni particolari: non renziani. Un’ovvietà secondo molti membri del Pd, visto che il neo-segretario aveva vinto le primarie battendo con il 67% Maurizio Martina e Roberto Giachetti (che insieme ad Anna Ascani rappresentava la corrente renziana).


Così, a meno di 24 ore dalle nomine, sono partite le critiche interne, rigorosamente via social network, più o meno tutte alla stessa ora. «La segreteria di Zingaretti non assomiglia al partito del noi» scrive il capogruppo al Senato Andrea Marcucci. Così come gli altri parlamentari vicini all’ex segretario Renzi, che parlano di briciole lasciate alla minoranza dem.


Le reazioni dei renziani

Silente sul tema Matteo Renzi, che invece su Twitter annuncia di voler replicare alla critiche fatte da Mario Monti: «Pontifica contro di me tutti i giorni. Con lui Pil a -2,3%, con noi Pil a +1,8%». Osservazioni che riguardano le precedenti legislature, mentre la nuova segreteria Dem è alle prese con l’affaire Csm che vede coinvolti due esponenti Pd: Cosimo Ferri e Luca Lotti.

Quest’ultimo si è auto-sospeso dal partito pochi giorni fa, mentre alcuni esponenti Dem hanno chiesto un intervento più diretto di Nicola Zingaretti. L’ex ministro per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi, da Assisi, ha difeso l’ex ministro dello Sport Lotti: «Sono arrivati più attacchi a Lotti dall’interno del Pd che dagli avversari politici. Autosospendendosi ha fatto una scelta che non era scontata e dovuta, di grande generosità verso la comunità del Pd e va quindi rispettato».

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