Usa, attacco retrò contro Cuba: «Destabilizza l’Occidente». Puniti i turisti

Le nuove restrizioni colpiscono i collegamenti marittimi, in particolare le crociere turistiche

L’attacco nei confronti di Cuba del segretario del Tesoro americano e membro del gabinetto di Donald Trump, l’ex banchiere Steven Mnuchin, è durissimo, degno della Guerra Fredda per la sua carica ideologica: «Cuba destabilizza l’emisfero occidentale, agendo come punto d’appoggio comunista e fornendo supporto agli avversari degli Stati Uniti in Paesi come il Venezuela e il Nicaragua, alimentando l’instabilità, minando lo stato di diritto e indebolendo la democrazia». Con questa denuncia l’amministrazione di Donald Trump – attualmente impegnato in una visita ufficiale nel Regno Unito – ha deciso di confermare quanto annunciato già ad aprile: nuove restrizioni sulla libertà di movimento tra Cuba e gli Stati Uniti, in particolare sul trasporto di persone da parte di gruppi turistici organizzati a bordo di navi crociera.


Così Donald Trump raggela i rapporti tra i due Paesi dopo che l’amministrazione precedente del Presidente americano Barack Obama aveva riavviato i rapporti diplomatici e commerciali, inaugurando una nuova fase con la storica visita a Cuba nel marzo del 2016, la prima in quasi cento anni, incontrando anche il presidente cubano Raoul Castro. Da allora i cittadini americani sono diventati uno dei gruppi più numerosi di turisti nell’isola. Ma si tratta soltanto della più recente politica restrittiva nei confronti del Paese caraibico: recentemente il Presidente Usa aveva autorizzato le compagnie statunitensi e i cittadini americani di origine cubana a far causa alle compagnie cubane che in passato, dopo la rivoluzione del 1959, avevano sequestrato loro proprietà, compresi anche gli aeroporti e i terminali usati dalle navi da crociera.


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