L’Ilva uccide ancora. Nell’area dell’ex acciaieria più morti a causa dell’inquinamento

I dati sulla mortalità sono stati diffusi da un report pubblicato dall’Associazione italiana di epidemiologia

Nel sito di interesse nazionale di Taranto è stata registrata una mortalità in eccesso per tumori al polmone, mesotelioma della pleura e diverse malattie dell’apparato respiratorio. Questo è quanto riportano gli autori del quinto rapporto dello Studio epidemiologico Sentieri, il report è stato pubblicato dalla rivista dell’Associazione italiana di epidemiologia.


I dati sulla mortalità più alta

Le tabelle del documento fanno riferimento al periodo che va dal 2006 al 2013. Si citano anche due precedenti report riguardanti l’area dell’ex Ilva e l’aumento della mortalità nei residenti, a causa di tumori, malattie cardiovascolari e respiratorie.


«L’aggiornamento dell’analisi della mortalità relativo al periodo 2006-2013 evidenzia tra i residenti eccessi di rischio, della mortalità generale e per grandi gruppi, rispetto a quanto si osserva nel riferimento. Nella popolazione residente (uomini e donne) risulta aumentato anche il rischio di decesso per le patologie considerate a priori come associate all’esposizione industriale specifica del sito».

I dati raccolti sulla base delle ospedalizzazioni confermerebbero quelli sulla mortalità. Vengono citati altri studi dove si fa riferimento alle fonti di inquinamento nell’area, coi relativi «modelli di dispersione in atmosfera», individuando tra gli inquinanti le polveri sottili e l’anidride solforosa.

Correlazioni, causalità e incertezza dei dati

Occorre precisare, come fanno gli stessi autori del report, che non tutte le patologie riscontrate possono essere collegate con l’inquinamento atmosferico in generale e nemmeno con l’attività industriale dell’area.

«Solo per il tumore polmonare la letteratura scientifica ha stabilito un chiaro nesso di causalità con l’inquinamento atmosferico. Le leucemie sono ovviamente rilevanti, poiché i fattori eziologici noti sono rappresentati dalle radiazioni ionizzanti e dalle esposizioni professionali, in particolare i composti organici volatili (benzene)». 

A eccezione delle forme tumorali citate, per tutte le altre patologie  gli autori si limitano a suggerire un presunto collegamento con l’inquinamento industriale dell’area. 

Per quanto riguarda i soggetti in età pediatrica gli autori fanno presente che «la mortalità è sostanzialmente in linea o in difetto rispetto all’atteso nelle diverse classi di età considerate», mentre si fa notare anche una «elevata incertezza» dei dati a disposizione.

Gli autori dello studio invitano a non abbassare la guardia, sottolineando la necessità di una «sorveglianza epidemiologica della popolazione residente, garantendo contestualmente l’attuazione di tutte le misure preventive».

Foto di copertina: Wikipedia/ILVA – Unità produttiva di Taranto nel 2007.

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