Il governo vuole controllare gli scienziati: la rivolta degli studiosi in Ungheria

A rischio è l’integrità e l’indipendenza degli istituti di ricerca

A migliaia hanno marciato per le strade di Bupabest in Ungheria il 2 giugno scorso, in testa un folto gruppo di scienziati che con i loro sostenitori hanno manifestato contro una proposta di legge che potrebbe consegnare al Governo di Viktor Orban il diretto controllo degli istituti di ricerca del Paese.


L’evento, rilanciato anche dalla rivista Nature, arriva dopo un mese di braccio di ferro tra Governo e Accademia delle scienze ungherese (Has) sul tema dell’autonomia della ricerca scientifica, la cui integrità è minacciata anche nel resto del Mondo.


Una minaccia alla ricerca di base

La Has si dipana in almeno 40 strutture di ricerca. Queste di fatto reggono la Scienza di base in Ungheria. Curiosamente proprio chi dovrebbe tutelare l’autonomia dei ricercatori è stato anche il firmatario del disegno di legge: il ministro della ricerca László Palkovics, il 27 maggio scorso.

Gli autori di Nature hanno tentato di contattare il Ministro per ottenere maggiori chiarimenti, ma quest’ultimo risulta sfuggente. Sappiamo però che ritiene la sua proposta «necessaria per l’innovazione».

Ma una migliore innovazione significa anche eliminare ogni tipo di pregiudizio ideologico nella scelta delle strade che i ricercatori devono compiere.

Senza contare l’importanza della ricerca di base, che non si pone a prescindere degli obiettivi economici o di altra natura, e non di meno può essere gravida di scoperte utili, avvenute praticamente per caso.

La guerra del Governo contro gli scienziati

Forse non è un caso se all’origine di questa guerra tra Ministero e Has c’è stata la decisione di trasferire i finanziamenti destinati all’Accademia al Ministero dell’innovazione e della tecnologia.

Non pago di questo Palkovics vorrebbe anche dissolvere la rete di istituti accademici: alcuni hanno già subito dei cambiamenti di destinazione verso le università, altri sono stati direttamente chiusi.

Questa è anche la cifra di un tavolo di trattative aperto ad aprile e conclusosi in un mare di incomprensioni reciproche.

Se dovesse passare il disegno di legge, l’Accademia delle scienze dovrebbe finire per essere gestita da 13 figure nominate dal primo ministro Viktor Orban, con la possibilità di decidere anche le nomine dei direttori scientifici.

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