Calenda fuori dal Pd? Il sondaggio che lo tenta: «Un partito mio? Quasi quasi»: quanto vale secondo Emg

L’ex ministro dello Sviluppo economico in combutta interna con la dirigenza Pd “scherza” su una possibile – ennesima – scissione nel Pd

Se Freud fosse incappato nelle ultime dichiarazioni dell’ex ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda avrebbe certamente risposto dicendo che «Scherzando, si può dire di tutto, anche la verità». Questo perché l’ex titolare del Mise ed attuale eurodeputato in quota Pd, commentando su Twitter un sondaggio mandato in onda durante il talk politico Agorà, sembrerebbe raccogliere il plauso (e i voti) del 16% degli elettori italiani, e del 36% degli elettori del Partito Democratico.


«Quasi quasi», scrive Calenda allegando l’immagine del cartello con i risultati del sondaggio di Emg Acqua per Rai, ma subito dopo precisa: «Si scherza». Uno scherzo che però viene poi argomentato seriamente dall’esponente dem, in risposta a un utente che gli fa notare che il 16% sia un po’ bassa come percentuale di possibili preferenze all’inizio di un’avventura in solitaria.

Un’impresa politica solitaria che però ormai aleggia nell’aria da mesi, da quando Calenda mette sul tavolo il progetto Siamo europei, con l’idea di creare una grande coalizione liberal-democratica europeista. Un’idea che però, sino ad oggi, non si è mai, de facto, concretizzata strutturalmente.

«Se al via hai il 16% non è che sia un dato tragico»

«Premesso che si scherza sempre, se al pronti via hai il 16% non è che sia un dato tragico. Onestamente», dice Calenda. Ma qualcuno fa notare che forse prima di pensare seriamente all’imbastitura di un nuovo partito, l’ex titolare del Mise dovrebbe preoccuparsi meno dei sondaggi e più di fare bene in Europa, dopo aver ottenuto oltre 270mila voti con il Partito Democratico. «Questo è vero e giusto», commenta Calenda, che puntualizza: «PD-Siamo Europei, però».

Una precisazione volta a ribadire, questa volta senza scherzare, che l’elezione non è stata solo dovuta al Pd, ma forse anche al movimento liberal-europeista che potrebbe diventare una “gamba destra” di supporto ed esterna ai Dem, andando a raccogliere idealmente un elettorato più a destra del Pd. 

L’ipotesi della gamba destra del Pd

Un’ipotesi che però non è stata accolta di buon grado nelle varie correnti, che da un lato temono che i voti non verrebbero sottratti alle destre, ma bensì proprio al Partito Democratico, anche nelle sue correnti più centriste di area renziana. Anche se, anche in questo, c’è qualche eccezione, come l’ex ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Graziano Delrio che, dalle pagine di Repubblica, spera che Calenda resti nel Pd, «ma se qualcuno per la sua sensibilità volesse dedicarsi a una forza moderata o ambientalista, non ci sarebbe nulla da criminalizzare». 

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