Che fine ha fatto l’autonomia regionale?

I ministri Salvini e Lezzi negano ci sia uno scambio tra questo tema e il rallentamento alla Camera sul decreto Crescita. Eppure Lega e 5 Stelle stanno trattando

«Nessuno scambio tra il decreto Crescita e l’autonomia regionale»: a dirlo sono entrambi gli alleati di governo. Eppure una trattativa è in corso, visto che la discussione in aula sul primo argomento è stata interrotta anche questa mattina (inaspettatamente) e il testo è tornato nelle commissioni Bilancio e Finanze per correggere alcuni emendamenti, ma anche per eliminare l’emendamento che trasferisce alle Regioni la titolarità dei Fondi per lo sviluppo e la coesione (Fsc).


Una norma che aveva fatto infuriare il ministro per il Sud Barbara Lezzi, che oggi dice: «L’ok all’emendamento che spostava la titolarità dei fondi per Sviluppo e coesione alle Regioni è stato un errore, l’abbiamo riconosciuto e stiamo cercando di sanarlo. Non ci sono altri temi sul piatto». Poi però sull’autonomia regionale aggiunge: «L’autonomia noi la stiamo rivedendo insieme ai colleghi della Lega in modo che non ci siano differenze tra Nord e Sud. Stiamo rivedendo l’accordo fatto dal governo precedente con maggiori principi di equità».


È dal consiglio dei Ministri del 14 febbraio che il governo Conte non discute dell’autonomia regionale. Secondo Matteo Salvini «ora i 5 Stelle sono più convinti». Oggi, ancora una volta, il leader leghista (a margine della cerimonia degli allievi della scuola di perfezionamento della Polizia) ha promesso che di questo tema – per cui si attendono i testi definitivi delle intese con Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna- si occuperà il prossimo consiglio dei Ministri.

«L’autonomia è ufficialmente incardinata. Con Conte abbiamo stabilito la road map sulle fasi finali della trattativa. Con il presidente abbiamo confermato la necessità di un passaggio preliminare – alla firma – del testo delle intese nelle commissioni parlamentari» ha detto Erika Stefani, ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie. Oggi il ministro dell’Interno ha incontrato il governatore veneto Zaia. «Siamo fuori tempo massimo» ha sostenuto da Milano il governatore lombardo Attilio Fontana (Lega). La trattativa nel governo, continua.

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