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Di Maio: «Per grandi evasori l’unica soluzione è il carcere»

Il vicepremier rispolvera un tema identitario del Movimento dopo le polemiche sulla pace fiscale

Il vicepremier e ministro del Lavoro Luigi Di Maio rispolvera un vecchio tema identitario del Movimento 5 Stelle: la lotta all’evasione fiscale. Dopo l’approvazione della cosiddetta pace fiscale, da molti considerata come un vero e proprio condono e che aveva fatto storcere il naso anche a una parte dell’elettorato pentastellato, Di Maio, con un post su Facebook, mette sul tavolo la proposta del carcere per i grandi evasori.

Per chi evade grandi capitali «non ci sono altre soluzioni: il carcere! Questa è la strada da intraprendere e questa è la strada che prenderemo!». Secondo il vicepremier non esistono soluzioni alternative a quelle sul modello della legislazione statunitense in materia: «In Italia c’è un problema serio che molti fanno finta di non vedere: i grandi evasori! Un governo che si definisce del cambiamento non può far finta di non vedere queste cose e deve intervenire per tutelare gli italiani onesti», Di Maio.

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Scrive ancora il ministro: «Il M5s i grandi evasori ha iniziato a combatterli, dando maggiori capacità operative alla Guardia di Finanza. Abbiamo intensificato gli sforzi e io credo una cosa, molto semplice: se sei un grande evasore che se la spassa danneggiando le persone perbene, se sei uno che invece di rispettare come tutti le regole pensi solo a truffare lo Stato ti devi fare il carcere. Punto».

Il problema, chiarisce, è che «finora lo Stato se l’è sempre presa con i più deboli, con chi non riesce ad arrivare alla fine del mese. Ma è troppo facile fare la voce grossa con chi non riesce nemmeno a sfamare i propri figli, bisogna prendersela con chi evade regolarmente- insiste Di Maio – con chi lo fa quasi per mestiere e si arricchisce giorno dopo giorno alle spalle di migliaia di famiglie che, giustamente, lamentano scarsi servizi nel Paese».

La separazione fra grandi e piccoli evasori è un cavallo di battaglia del Movimento, già dal celebre Tsunami Tour del 2013 in cui Grillo girò numerosissime piazze italiane e che fu il motore del consenso per il M5S alle elezioni politiche di quell’anno. La Lega, invece, si è sempre dimostrata più “morbida” sul tema. Nel 2003 il governo Berlusconi, sostenuto dalla Lega, aveva varato un condono fiscale che aveva portato nelle casse dello Stato 34,1 miliardi, il più redditizio degli ultimi vent’anni.

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