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Requiem per i minibot. Giorgetti: «Ma ancora credete a Borghi? Inverosimili, se no li farebbero tutti»

23 Giugno 2019 - 19:30 OPEN
Il sottosegretario leghista scredita l'ipotesi del compagno di partito

Giancarlo Giorgetti ci ripensa. Dopo aver difeso appena due settimane fa la plausibilità dell’idea di Claudio Borghi, il sottosegretario leghista fa marcia indietro sui MiniBot. I buoni del tesoro di piccolo taglio non sono una «soluzione possibile» per risolvere il debito della pubblica amministrazione.

«C’è ancora chi crede a Borghi? Ma vi sembrano verosimili i minibot? Se si potessero fare, li farebbero tutti», dice dallo SwissTech Centre di Losanna, dove si discute in vista del voto di domani, quando i membri del CIO voteranno per le Olimpiadi invernali del 2026 con Milano – Cortina opposta a Stoccolma -Aare.

Lo scorso 8 giugno, durante un convegno dei Giovani di Confindustria, Giorgetti li aveva difesi contro il ministro del Tesoro Giovanni Tria, che durante il G20 in Giappone aveva bocciato categoricamente i minibot. «Al Monopoli giocavo anche io da piccolo», aveva detto Giorgetti. «Si gioca minimo in due e fino a sei, ho studiato bene le regole, e se dai fiducia alla moneta, questa acquista valore».

La reazione di Borghi

Da parte sua, il presidente della Commissione Bilancio della Camera, il leghista Borghi, ha reagito glissando i toni: «’Poverino, Giorgetti è lì che aspetta una cosa importante come le Olimpiadi e gli rompono le scatole con i minibot – ha risposto ai microfoni di radio Capital – È probabile che poi uno sbotti».

E sul fatto che i minibot siano «inverosimili», Borghi ha poi aggiunto: «Sono verosimili, vero è che non sono mai stati fatti. È una cosa che abbiamo discusso tante volte, anche di recente, Salvini è d’accordo. Non c’è alcun incidente con Giorgetti. Certo è una cosa molto coraggiosa, difficile da portare a casa viste le reazioni negative di mezzo mondo».

Sulla frase di Giorgetti: «C’è qualcuno che crede ancora a Borghi», il deputato leghista ha detto di non credere a quei: «Virgolettati delle agenzie, tante volte hanno scritto cose mie che non stavano né in cielo né in terra».

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