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Venduto 40 anni fa il primo Walkman della storia: com’è cambiato l’ascolto della musica in mezzo secolo

01 Luglio 2019 - 14:41 Felice Florio

Il primo luglio 1979 faceva la sua comparsa sugli scaffali un oggetto che avrebbe rivoluzionato la società, le relazioni personali e la cultura in ogni lato del mondo. «Forse è così popolare perché nulla del genere è mai esistito prima», si leggeva sulle pagine del Washington Post nel 1981. Tre anni prima, Akio Morita, Masaru Ibuka e Kozo Osone avevano inventato un lettore di audiocassette portatile per l’azienda giapponese Sony. Buon compleanno Walkman.

Una nascita sottotono

Il lettore di musicassette è vissuto per 31 anni: un’eternità considerando i tempi della tecnologia. L’azienda di Tokyo doveva rilanciarsi dopo il pesante flop del Betamax, un sistema di videoregistrazione a nastro magnetico che fu stroncato sul nascere dall’avvento del vhs. Così la Sony scelse di investire le sue forze nel lancio di quello che era un vecchio Pressman, registratore portatile dedicato al mondo business. L’intuizione fu quella di sostituire la capacità di registrare audio con la possibilità della riproduzione stereo.

Un battesimo con più nomi

Dopo la messa in vendita in Giappone il primo luglio 1979, il prodotto fu commercializzato nei Paesi anglofoni. Negli Stati Uniti, al lettore portatile fu dato il nome di Soundabout: una scelta che si rivelò infelice, e la stessa azienda uniformò in tempi brevi il marchio alla versione nipponica, appunto Walkman. Nel Regno Unito avvenne più o meno la stessa costa: il prodotto, a maggio 2018, fu lanciato con il nome di Stowaway con una presentazione nel Regines, famoso locale londinese. Il prezzo di lancio del lettore era di 200 dollari.

Il primo modello di Walkman, il TPS-L2

Caratteristiche del primo modello

Una scatola portatile, nella quale inserire una musicassetta: il primo modello era un TPS-L2 di colore blu-argento. Il Walkman offriva l’opportunità di collegare due paia di cuffie, quindi poteva essere ascoltato in condivisione tra due persone, le quali potevano anche parlarsi attraverso un microfono incorporato schiacciando il cosiddetto tasto hotline. La doppia uscita audio venne poi abbandonata nei modelli successivi. A detta di molti, il Walkman più riuscito sarà il modello successivo WM-D6C: qualità audio ineccepibile e la possibilità di registrazione con controllo manuale dei livelli audio lo resero uno strumento molto utilizzato anche dai giornalisti.

Una recente pubblicità di Sony che mostra la storia del Walkman

Una vita a tutto volume

Il vero successo della Sony fu quello di riuscire a introdurre sul mercato non un prodotto tecnologicamente futuristico, piuttosto l’idea di potersi portare la musica in giro: era un’esperienza totalmente innovativa. Da Tokyo erano riusciti a creare, oltre che un oggetto, un hobby, un’attività: i pendolari sui treni, le passeggiate al parco tra fidanzati, ma anche il potersi isolare dagli altri attraverso la musica nelle orecchie. E come ogni grande rivoluzione, le polemiche non furono poche. Studi e articoli di giornale sottolineavano il rischio che l’interazione umana, così come l’ambiente umano, sarebbero stati modificati per sempre. Un po’ quello che si racconta oggi riguardo ai social network.

Dischi e digitale: è stato bello

La fine inesorabile per il Walkman con l’avvento dei lettori cd portatili e poi dei lettori Mp3. La flessione delle vendite si registrò dopo la metà degli anni ’90. Il Walkman diventa prima Discman, poi cede il passo all’iPod della Apple. Il passo verso le playlist su Spotify e YouTube è breve: il colpo di grazia per quello che era diventato lo status symbol della gioventù cresciuta tra gli anni ’80 e ’90 l’hanno inflitto gli smartphone e la musica in streaming.

Una scena del film Il tempo delle mele, del 1980

Nella cultura di massa

Addio quindi al suono a tratti gracchiante, il rumore del rewind per riavvolgere i nastri e pile di scatolette in plastica segnate con il pennarello che hanno viaggiato con noi e addobbato le nostre camerette. Ma il Walkman resterà per sempre nella cultura di massa: il vero lancio pubblicitario mondiale si deve al cameo del lettore ne Il tempo delle mele di Claude Pinoteau, del 1980. Nel film la protagonista Vic si isola dal frastuono di una festa ascoltando musica romantica dal suo Walkman insieme al proprio fidanzato. Ma sono tantissime le pellicole che hanno immortalato quel modo di ascoltare e vivere la musica: Ritorno al futuro, Ghostbusters, Pretty Woman, Footloose e tante altre.

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