Caso Marò, è il giorno dell’udienza all’Aia per decidere sulla competenza di Italia o India

Si aprono oggi fino al 20 luglio le udienze decisive per il caso dell’Enrica Lexie, per cui i marò sono accusati dell’omicidio di due pescatori indiani

È il giorno dell’udienza decisiva al Tribunale dell’Aia per i due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. La Corte internazionale di giustizia dovrà stabilire chi, tra India ed Italia, sarà incaricato a processare i fucilieri della Marina per l’episodio del febbraio 2012, quando i marò sono stati accusati di aver ucciso due pescatori indiani. Che dovesse essere la Corte dell’Aia a decidere sul caso dei fucilieri lo ha stabilito nel 2015 il Tribunale del mare di Amburgo. L’udienza durerà circa due settimane, fino al 20 luglio, e la sentenza, secondo la procedura, arriverà entro sei mesi. L’agenda è cambiata a seguito del rinvio dell’udienza del 22 ottobre 2018, causata dalla morte di un giudice indiano, sostituito poi a novembre.


Le ragioni dell’Italia

L’ambasciatore Francesco Azzarello, in apertura dell’udienza, ha spiegato le ragioni per cui l’Italia rivendica la giurisdizione sul caso. «Sono funzionari dello Stato italiano», ha detto, impegnati «a bordo di una nave battente bandiera italiana» e «in acque internazionali», e pertanto «immuni dalla giustizia straniera». «Agli occhi dell’India non c’è presunzione di innocenza: i Marò erano colpevoli di omicidio ancora prima che le accuse fossero formulate», ha continuato Azzarello. La rappresentanza italiana ha auspicato che il Tribunale possa emettere una sentenza mirata a «risolvere pienamente e in modo definitivo la disputa» sulla giurisdizione del caso, come ha già fatto in passato. Il riferimento va al 2016, anno del rientro in patria di Salvatore Girone: in quell’occasione, secondo Azzarello, il Tribunale ha fatto sì che i due Paesi «tornassero su un percorso di normalizzazione delle loro relazioni , dopo anni di tensioni».


Azzarello ha fatto leva anche sulle «considerazioni umanitarie». «Sono rilevanti – ha detto – perché alla fine di questo arbitrato, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone saranno stati privati, a vari livelli, della loro libertà senza alcuna imputazione per otto anni». Considerazioni umanitarie definite «rilevanti» anche nei confronti delle famiglie dei due pescatori, Ajeesh Pink e Valentine Jelastine: «l’Italia si impegnerà a facilitare la loro partecipazione e rappresentanza» in qualunque procedimento successivo, nel caso venga riconosciuta la giurisdizione italiana.

La posizione dell’India

«L’Italia sostiene di avere l’esclusiva giurisdizione ma bisogna tenere a mente che l’India e due suoi pescatori sono le vittime di questo caso», ha detto il rappresentante di Delhi, G. Balasubramanian durante l’udienza. «Due esseri umani a bordo di una barca indiana sono stati uccisi da individui che erano su un mercantile».

La vicenda

Il 15 febbraio 2012, i militari Girone e Latorre sono in acque indiane a bordo della nave italiana Enrica Lexie, impegnati in una missione di protezione contro i pirati. Verso le 16:30, mentre la nave si trova a circa 20 miglia nautiche dalle coste di kerala, la Lexie incrocia un’imbarcazione poco distante. Convinti di trovarsi nel mirino di una nave pirata, Girone e Latorre sparano in direzione della barca. L’equipaggio attaccato, che è in realtà una nave peschereccia, avverte immediatamente la guardia costiera del distretto di Kollam di essere stati vittima di armi da fuoco e che due persone hanno perso la vita. Si tratta di Valentine Jelastine, di 44 anni, e di Ajeesh Pink, di 20. Il 19 febbraio, Latorre e Girone vengono arrestati con l’accusa di omicidio. I marò hanno sempre proclamato la loro innocenza.

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