Omicidio carabiniere, il caso risolto in 24 ore: decisive la testimonianza del pusher e del facchino

Ecco come sono stati trovati i due presunti assassini di Cerciello Rega, il vicebrigadiere ucciso a Roma nella notte fra il 25 e il 26 luglio

I presunti assassini del vicebrigadiere dei Carabinieri Cerciello, Natale Hjorth e Elder Lee (l’autore materiale dell’omicidio sarebbe il secondo), sono stati trovati in poco più di 24 ore e sono accusati di omicidio e tentata estorsione.


Decisive – come racconta Silvia Mancinelli su Adnkronos – sono state le testimonianze: la più insospettabile, quella del pusher a cui i due americani avevano rubato il borsello.


Si chiama Sergio Brugiatelli, è ai domiciliari da stanotte. Elder e Natale, 19 anni l’uno, 20 l’altro, hanno provato a ricattarlo: «Cento euro e 1 grammo di coca per riavere il tuo borsello», lui ha allertato i cc e ha fornito una descrizione dettagliata dei due americani con i quali aveva avuto a che fare poche ore prima.

Altrettanto decisivo, il racconto del portiere e di un facchino dell’hotel Prati dove i due americani avevano trovato rifugio e dove, secondo gli inquirenti, stavano preparando la loro fuga dall’Italia: il facchino, in particolare, ha raccontato agli inquirenti di aver visto entrare nell’albergo con passo veloce due ragazzi, descrivendo minuziosamente il loro abbigliamento.

Fondamentale la testimonianza di Varriale, il carabiniere che la notte tra il 25 e il 26 luglio si è presentato all’appuntamento con i due insieme a Cerciello e al posto del pusher derubato: secondo quanto riportato sul decreto di fermo, appena i due carabinieri si sono qualificati Elder – l’americano col coltello – ha ingaggiato una colluttazione con Cerciello; Natale si è scagliato contro Varriale e gli ha impedito di soccorrere il suo collega prima che le coltellate lo trafiggessero più volte.

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