WhatsApp regala 100 giga per i suo 10 anni. Ma è una truffa

La truffa non comporterebbe furti di dati o danneggiamenti ai dispositivi

Quest’anno WhatsApp compie dieci anni e l’anniversario del popolare servizio di messaggistica, che ha in qualche modo trasformato la nostra comunicazione interpersonale rendendo rapidamente obsoleti (e costosi) gli sms, deve aver ispirato i cyber truffatori: molti utenti, infatti, nelle ultime settimane hanno ricevuto messaggi che annunciano 100 giga di traffico gratis per festeggiare il traguardo dei due lustri. Ma è tutto falso.


A svelare la truffa è stata la squadra di sicurezza di Eset. Nel messaggio, il testo «Whatsapp offers 1000GB Free Internet» e un link da cliccare per avere maggiori informazioni. Un’iniziativa rivolta ai meno esperti, perché aprendo il link si accedeva a un dominio che non era evidentemente quello ufficiale di WhatsApp.


I ricercatori di Eset però hanno voluto verificare cosa poteva succedere seguendo le indicazioni, proprio perché la platea degli utilizzatori dell’app oggi è molto vasta e comprende anche utenti dal basso tasso di digitalizzazione.

All’ultimo passaggio del percorso di link, gli stanatori di truffe online hanno trovato una pagina con un logo di WhatsApp in cui si ripeteva l’offerta dei 100 giga gratis in occasione del decimo anniversario del’app.

Ulteriore esca per l’utente uno sticker giallo con un conto alla rovescia degli utenti che avrebbero ancora potuto usufruire dell’offerta. Per ricevere il traffico gratuito, inoltre, era necessario superare un ulteriore step: rispondere a un sondaggio e condividere con 30 amici l’informazione.

Lo scopo dei truffatori non era però estorcere direttamente denaro né danneggiare i dispositivi o acquisire dati dagli stessi: i ricercatori escludono che vengano installati malware o applicazioni in grado di “rubare” informazioni sensibili. La bufala avrebbe come scopo semplicemente quello di portare traffico alla pagina principale così da poter monetizzare attraverso click e visualizzazioni.

Eset ha incrociato la ricerca con dati di Google e ha scoperto che i medesimi soggetti erano gli ideatori di truffe analoghe sempre legate a marchi molto noti come Adidas e Nestlè.

Il capo della cybersicurezza di Amtrust International, è però meno ottimista dei ricercatori di Eset e sostiene che esistano delle possibilità che operazioni del genere possano arrivare a rubare le credenziali degli utenti. «Mi sembra un grande tentativo di phishing, WhatsApp dovrebbe informare pubblicamente tutti gli utenti di questa possibile truffa», ha dichiarato a Forbes.

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