Tornano le tv Pirata: tregua spezzata da un url via whatsapp

Giovedì un’operazione di polizia internazionale aveva portato al sequestro dei server di Iptv in 5 Paesi europei, ma già domenica in Italia qualcuno ha riacceso tutto. Per il match Napoli-Lecce

Sembrava fosse un colpo mortale quello sferrato giovedì alle tv pirata, come per brevità si chiamano i canali che consentono la diffusione via internet di immagini delle pay-tv. Una maxi operazione di polizia, coordinata dalla procura di Napoli e da Eurojust, aveva “staccato la spina” alla popolare piattaforma Xstream Codes che per 12 euro al mese consente di accedere a tutte le tv a pagamento: i clienti registrati erano 700mila, ma i potenziali arrivavano a 5 milioni, avevano detto gli investigatori.


Ma la tregua è durata poco. Già domenica 22 settembre moltissimi spettatori a Napoli hanno potuto godersi il match Napoli-Lecce dallo schermo dei loro computer. Lo scrive Il Mattino, spiegando che è stato sufficiente per i provider del soprannominato «pezzotto» mandare via Whatsapp un nuovo codice agli affezionati telespettatori.


La piattaforma è, ovviamente, internazionale e dunque tutto fa pensare che quello che è accaduto a Napoli stia succedendo nel resto del mondo, coi clienti della tv pirata che riaccendono tutto grazie ai nuovi codici.

Come funziona Xtream codes

La tv pirata Xtream, di fatto ormai utilizzata da milioni di utenti, ha un giro d’affari da diversi milioni di euro l’anno. Per una cifra che va dai 12 ai 15 euro, tutti i canali a pagamento diventano disponibili per un anno sullo schermo del proprio pc. Il 19 settembre, Polizia postale e Guardia di Finanza, nell’ambito di una operazione internazionale che ha coinvolto anche Eurojust, hanno messo le mani su un business da 5 milioni di clienti e 700.000 utenti che utilizzavano Mediaset, Sky, Netflix e Infinity.

Ma subito i fornitori si erano affrettati a rassicurare gli utenti che tutto sarebbe rimasto come prima. Il gestore di «iTruststreaming», Iptv internazionale illegale che offre oltre 5.000 canali, ha addirittura pubblicato un video su Youtube per spiegare l’accaduto ai suoi clienti. Le loro informazioni sono criptate, non finiranno in mano alla Polizia, spiega, il servizio tornerà a funzionare in pochi giorni e se il loro abbonamento è valido non ci sarà nessun problema.

E così è stato: i gestori hanno semplicemente cambiato società di server, che erano stati sequestrati in cinque Paesi europei. Perché tutto tornasse come prima, è bastato mandare un Url via Whatsapp con qualche istruzione su come sopperire al «disguido» causato dall’operazione di polizia.

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