Jean-Marie Le Pen indagato per truffa con fondi Ue: usati per pagare i dipendenti del suo partito

«È molto stanco di tutto questo», ha dichiarato l’avvocato Frederic Joachim

Appropriazione indebita di fondi pubblici è il capo d’accusa con il quale è stato incriminato Jean-Marie Le Pen, padre di Marine, la presidente del Rassemblement National.


Secondo l’accusa, avrebbe destinato illegalmente i fondi messi a disposizione dal Parlamento europeo e destinati alla retribuzione degli assistenti parlamentari per pagare gli impiegati di partito in Francia.


LePen, che è stato eurodeputato europeo dagli anni ’80 fino a quest’anno, è stato indagato sulla spesa impropria dei fondi dell’Ue dopo che l’assise di Strasburgo lo scorso marzo ha revocato la sua immunità.

A quanto affermato dagli avvocati dell’ex leader del partito di estrema destra, i giudici hanno interrogato LePen per più di quattro ore in merito al lavoro dei suoi tre aiutanti.

La reazione

LePen, 91 anni, «è molto stanco di tutto questo», ha dichiarato l’avvocato Frederic Joachim, condannando il caso come una «incursione della magistratura nella politica».

Lo scorso anno, il fondatore del Front National aveva fatto ricorso alla proprio immunità nel tentativo di sottrarsi a un interrogatorio da parte degli inquirenti anti-corruzione.

Si stima che complessivamente quasi 7 milioni di euro siano stati deviati dal Parlamento europeo tra il 2009 e il 2017.

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