Canada, la ministra dell’ambiente sotto scorta dopo insulti e minacce per il suo impegno sul clima


Raramente i ministri canadesi fanno uso di scorta. Ma la questione climatica è diventata talmente divisiva nel Paese che Catherine McKenna, la ministra dell’ambiente, ha dovuto ricorrere a un servizio di protezione speciale.
«Il manifesto sessismo e i commenti pieni di odio diretti a persone che lavorano sul cambiamento climatico è inaccettabile» ha affermato McKenna, che è all’origine dell’iniziativa di ridurre le emissioni di CO2 canadesi per rispettare gli obiettivi della COP21.
«Sono qualcuno che sta cercando di fare il suo lavoro, vivere la sua vita, parlare e confrontarsi con la gente, e questo lo rende difficile. Non lascerò che (le molestie) mi fermino ma mi piacerebbe che finissero».
La ministra ha raccontato alla stampa che gli abusi online sono iniziati subito dopo la sua nomina, ma è solo nelle ultime settimane che le aggressioni di persona hanno iniziato a intensificarsi.
La settimana scorsa un uomo in una macchina si è avvicinato a McKenna e ai suoi bambini insultandola volgarmente e chiamandola «Barbie climatica». L’espressione era stata utilizzata due anni fa nei suoi confronti da un parlamentare conservatore, Gerry Ritz, che si era poi scusato.
Il cambiamento climatico è diventato la questione centrale in vista delle prossime elezioni federali canadesi, con i due principali partiti che mantengono posizioni opposte sul tema.
L’attivista ambientalista canadese Tzeporah Berman ha raccontato recentemente di essere stata vittima di attacchi antisemiti, minacce di morte e di violenza sessuale per la sua posizione sull’industria delle sabbie bituminose.
Il primo ministro Justin Trudeau ha imposto tasse sulle emissioni di carbonio in quattro delle dieci regioni del Canada ma il suo avversario alle elezioni di ottobre, Andrew Scheer, ha promesso di ritirare la tassa se verrà eletto.
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