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C’è chi dice sì all’alleanza Pd e M5s alle Regionali. Il pressing di Lombardi, i nì sui civici

13 Settembre 2019 - 12:46 Valerio Berra
Intervistata dal quotidiano "la Repubblica" Roberta Lombardi (M5S) ha parlato di un «Dialogo possibile» con il partito guidato da Nicola Zingaretti

«No, mai» diceva ieri il comunicato del MoVimento 5 stelle a proposito di una possibile alleanza col Partito democratico in vista delle Regionali (incluse le vicinissime, quelle di fine ottobre in Umbria). Ventiquattrore dopo, siamo già ai distinguo. Aperture che riguardano l’uso del nuovo regolamento approvato dai Cinque stelle, a proposito di liste civiche e di possibili alleanze con schieramenti non tradizionali. E pressing da parte dell’ala più “di sinistra” o che già lavora di fatto col Pd.

Riepiloghiamo l’accaduto per i distratti. La prima apertura ufficiale era stata lanciata da Dario Franceschini nella mattinata di ieri. Il 12 settembre il ministro dei Beni Culturali in un’intervista al quotidiano la Repubblica ha dichiarato: «Pd e M5S devono guardare avanti. Questo esecutivo può essere un laboratorio, l’incubatore di un nuovo progetto».

Nel pomeriggio, però, e dopo che Zingaretti aveva già dichiarato di apprezzare la posizione di quello che oggi è il capo delegazione nel governo, è arrivato il No dei Cinque stelle: «Il tema delle alleanze alle regionali non è all’ordine del giorno. Dunque non c’è in ballo alcuna possibile alleanza con il Pd in vista delle prossime elezioni regionali». Più chiaro di così?

Perugia, prove per un’alleanza complessa

E invece, il giorno dopo, sono in molti a dire che l’alleanza è ancora fattibile, persino in Umbria. Una regione e delle elezioni delicate. L’Umbria storicamente è sempre stata guidata dalla sinistra. Nel 1970, anno zero per le giunte regionali in Italia, è stato eletto come presidente Pietro Conti del Partito comunista italiano.

Dopo il crollo del Pci, il timone è passato nelle mani di varie amministrazioni di centro sinistra, fino ad arrivare a quelle di Catiuscia Marini nel 2010, eletta per due mandati di fila tra le liste del Pd. Una stagione politica conclusa con un ritiro forzato. Marini è stata coinvolta in un’inchiesta per presunti illeciti nell’assunzione di personale nel sistema sanitario.

Ora, però, la situazione è talmente complicata che anche il Pd non vuole metterci la faccia e sta pensando di sostenere un candidato “civico”, Andrea Fora, che d’accordo col commissario Walter Verini sta provando a dialogare coi grillini. Riuscirà? Difficile ma non impossibile, dice qualcuno. Visto che sull’alleanza coi civici lo statuto è cambiato e ora permette di valutare caso per caso le alleanze.

La formula di Lombardi: «Dialogo possibile»

L’apertura più esplicita in questo senso è arrivata da, a 24 ore di distanza, Roberta Lombardi. In un’intervista a la Repubblica, parla di apertura e possibilità di dialogo, anche a livello regionale: «Ma se in questi mesi di governo nazionale si trova un modo di lavorare insieme, se si comincia a realizzare il programma tracciato da Conte e il Pd si apre ai giovani, che non sono quelli cresciuti nelle segreterie di partito, ma forze fresche, vitali, innovative, allora se ne può parlare».

Una collaborazione che però non vuol dire fusione, per Lombardi infatti l’identità dei due partiti deve rimanere ben distinta: «Nel lavoro in regione Lazio c’è stato un percorso fatto quotidianamente che mi ha portata a dire: su alcuni temi si può dialogare. Poi Zingaretti è quello delle nomine in Sanità, ha alcuni collaboratori indagati. Non ci scioglieremo nel Pd come non ci siamo sciolti nella Lega».

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