Perché Pd e M5s litigano su un certo Andrea Fora in Umbria

L‘ex presidente di Confcooperative tiene a lavoro e ambiente, due tematiche care ai due partiti di governo, ma per il 5 stelle è «Troppo Pd»

Andrea Fora è un candidato civico per la presidenza della Regione Umbria, sostenuto da Pd e che tende la mano ai 5 Stelle. La sua è una connotazione meno politica possibile, nella quale c’è tutta la speranza, soprattutto da parte dei dem, di sperimentare la prima alleanza tra Pd e M5s alle prossime elezioni Regionali. Ma i 5 stelle sembrano avere già rifiutato l’opzione Fora, che il Pd brandiva come il più papabile compromesso.


Il leader del M5s, Luigi Di Maio, in una lettera al quotidiano La Nazione domenica 15 settembre ha proposto un «patto civico» a quelli che per ora sono solo alleati di governo: «Ognuno correrà con il proprio simbolo in sostegno di un presidente civico – ha chiarito Di Maio – fuori dalle appartenenze partitiche, e con un programma comune». L’ex presidente di Confcooperative Umbria sarebbe, per i grillini che hanno posto il veto sul suo nome, troppo vicino al Pd, nonostante non ne faccia parte.


Confcooperative Umbria, il mondo del sociale e un processo in corso

Il quarantaseienne Andrea Fora una settimana fa ha «dato formalmente le dimissioni da presidente di Confcooperative Umbria e da tutti gli incarichi nazionali» perché «i cooperatori non si schierano politicamente». Le priorità del candidato, sposato e con due figli e da anni impiegato nel sociale, sono lavoro e ambiente, temi cari al nuovo governo giallo-rosso.

Il Pd guarda Fora di buon occhio perché la sua presidenza di Confcooperative Umbria potrebbe rappresentare un bagaglio sicuro di 100mila voti, quindi il 10 percento del totale in Umbria, scrive il Corriere della Sera. L’ associazione delle cooperative conta infatti 30 mila addetti, quindi 30 mila famiglie.

Fora ha anche aperto le braccia a un’alleanza giallorossa umbra: «Il M5S mette onestà della classe dirigente, ambiente e trasporto pubblico tra le priorità programmatiche e io faccio lo stesso», ha affermato Fora in un’intervista a Il Messaggero. E ha poi chiarito: «Noi non siamo la stampella né del Pd né di nessun altro, pur rispettando tutte le forze politiche».

L’ex presidente di Confcooperative è stato accusato di frode e rinviato a giudizio insieme ad altre 12 persone per presunte irregolarità in un appalto relativo alla fornitura di cibo alle mense scolastiche di Perugia. Il candidato ha sempre tenuto a sminuire la faccenda affermando che il problema è stato una porzione di 20 grammi di verdura in meno rispetto al previsto data a un bambino una sola volta. Un episodio che giudica di poco conto in un quadro complessivo di una carriera in cui afferma di aver «fatto della battaglia per la legalità la mia vita professionale».

M5s scettico

L’Umbria è stata da sempre stata guidata dalla sinistra. Dal Pci è passata da varie amministrazioni progressiste, fino ad arrivare nelle mani di Catiuscia Marini nel 2010, candidata Pd presidente per due mandati di fila. Marini è stata però costretta a dimettersi quest’anno dopo essere stata coinvolta in un’inchiesta per presunti illeciti nell’assunzione di personale nel sistema sanitario.

Alleandosi con il Pd il Movimento fondato da Beppe Grillo compie un passo rischioso e potrebbe essere punito alle urne: dai sondaggi si legge un forte desiderio di cambiamento da parte della popolazione umbra. Per questo, Fora ha tenuto a chiarire: «Non sono del Pd e, con tutto il rispetto, non conto di farne parte. Anzi, dirò di più: sul fatto che il Pd umbro debba dare un taglio nettissimo col passato la penso esattamente come chi, oggi, sta cinicamente facendo tiro al piattello con la mia candidatura».

Ma forse non ha convinto il M5S. Secondo quanto riportato da AdnKronos, chi segue da vicino la partita umbra avrebbe commentato «Fora? Impossibile». I grillini sembrano preferire Stefania Proietti, sindaca civica di Assisi, eletta anche grazie ai voti del Pd. O Brunello Cucinelli che però si è già tirato indietro. Filippo Gallinella, deputato M5s umbro aveva definito Fora «Un candidato del Pd. Di Maio è stato chiaro: deve fare un passo indietro».

«Sono mesi che si parla di Fora come candidato del Pd, quindi di cosa parliamo? – ha chiesto Gallinella – Se si sceglie di fare un percorso civico si fa insieme, il che significa mettersi a tavolino e discutere di tutto: giunta, programma e presidente. È chiaro che non si parte dal nome finora proposto e caldeggiato dal Pd. O si fa un passo indietro o il M5S va da solo, non è certo un problema. Punto e basta».

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