Dybala-Higuain, la Juventus passa a San Siro (1-2) ed è capolista: all’Inter non basta Lautaro

Decide una rete del Pipita a 10 minuti dalla fine. Bianconeri in testa

Prova di forza e di carattere della Juventus che vince 1-2 a San Siro e scavalca l’Inter – alla sua prima sconfitta nel torneo – in testa al campionato di Serie A (+1). Fanno tutto gli argentini. Apre Dybala (4′), pareggia Lautaro Martinez su rigore (mani di De Ligt, 17′). Ma a 10′ dalla fine è il neo-entrato Higuain a chiudere una ragnatela di 24 passaggi e a regalare alla Juventus tre punti pesantissimi. E meritati.


Dybala sfonda, Ronaldo spacca

Se Conte sta lavorando per portare l’Inter a 200 km/h, la Juve toglie subito il limitatore azionato nelle prime giornate di campionato e l’avvio di gara è una Turandot bianconera. Dirige e sfreccia Paulo Dybala, preferito a Higuain (con Bernardeschi trequartista) con lo scopo primario di migliorare il fraseggio, e che invece dopo quattro minuti veste i panni del bomber. Palla in verticale di Pjanic e la Joya, come ai tempi di Palermo, punta l’avversario (Skriniar, troppo timido) e gli spara un bolide sotto alle gambe: Handanovic vede un ufo volare a bassa quota alle sue spalle.


Mai la Juve di Sarri era partita così forte. E mai l’Inter di Conte si era messa al volante di una partita con la retromarcia. Il momento di sbandamento è passeggero, ma con Ronaldo in campo rischia di essere mortifero. Dopo un paio di avvertimenti corpo a corpo di Godin ad altezza caviglia, il portoghese decide di attaccare il difensore uruguaiano da lontano: lo punta, lo salta in velocità, rientra sul destro e fa sentire il clangore della traversa piena in tutta l’area con prefisso 02.

Uragano Lautaro

Il rigore di Lautaro Martinez, Ansa

L’Inter di Conte, però, ha la pelle dura ed è brava a fare testuggine in piena tempesta. Lukaku, per quanto impreciso, comincia a prendere campo. Asamoah e D’Ambrosio danno ampiezza e alla prima vera occasione, su cross di Barella, De Ligt va in modalità Shiro su Martinez: mano, rigore. E Lautaro (17′) pesca l’angolo impossibile, quasi come la pronuncia di Szczesny, che poco dopo deve volare all’incrocio per evitare la doppietta dello scatenato 10 argentino.

I lampi della Juve

Ronaldo, Ansa

Sono 25 minuti di adrenalina pura. Sembra Premier League, poi comincia a prevalere la tattica. L’Inter si placa, ma resta agonisticamente molto aggressiva; la Juve, con Bernardeschi che fatica tra le linee, non riesce inizialmente a palleggiare come vorrebbe. Il ritmo si abbassa, si passa pochissimo dalle parti di Pjanic e Brozovic, fino a quando i muscoli di Sensi danno improvvisamente forfait (33′, risentimento all’adduttore). Entra Vecino, interno destro. E proprio da lì a 5′ dall’intervallo sfonda Matuidi: Dybala di tacco per Ronaldo, botta e super Handanovic mette il rammendo.
Funziona la combo Dybala-Cristiano, e un minuto dopo Cr7 buca Handa. Va pure a festeggiare il portoghese, ma la Joya è in fuorigioco. Gol revocato. Il primo tempo finisce com’era cominciato: senza tregua. Con la Juve minacciosa e di nuovo alla ricerca (stavolta con risultati) del palleggio stretto.

Dybala-Godin, polemiche

Non può essere Inter-Juve senza polemiche e infatti, nel recupero, un contatto Godin-Dybala, sul quale Rocchi e Var lasciano correre, fa arrabbiare la Juve. E all’imbocco del sottopassaggio si surriscaldano gli animi per un incontro ravvicinato tra Padelli e Dybala.

Meglio la Juve

Conte e Sarri, Ansa

Meglio la Juve anche nella ripresa. Circolazione di palla fluida, buona pressione, l’ Inter fa fatica a salire anche perché l’infortunio di Sensi apre uno iato tra centrocampo e attacco. E’ lo sfilacciamento in cui la Juve prova a costruire il nuovo sorpasso. Ci provano Bernardeschi (tiro a giro centrale) e, soprattutto, l’onnipresente Dybala: la sua girata da posizione defilata è alta. Come la Juve, e l’Inter, sotto pressione, deve pure sostituire l’affaticato Godin con Bastoni.

L’azzardo di Sarri

Sarri sente che è il momento di rischiare, di trasformare il predominio in pragmatismo. Al 60 fuori Khedira per Bentancurt, ma soprattutto dentro Higuain per Berna, con Dybala trequartista. L’idea è buona, ma la chimificazione è lentissima, e l’Inter ne approfitta. Brozovic ha più campo e Vecino colpisce pure un palo esterno (68′) con Szcezsny a pregare durante la traiettoria del pallone (deviato). Mentre Handanovic, dall’altra parte, deve andare in ginocchio a respingere una conclusione del solito Ronaldo.

24 tocchi per il vantaggio

Sarri decide di rivisitare di nuovo la sua Juve. Fuori Dybala, dentro Emre Can e via di 4-4-2 puro: sono bastati 10 minuti per dimostrare che il tridente Dybala-Pipita-Cr7 è ancora in pienissima fase embrionale, e di difficile sostenibilità tattica. Ne mancano, invece, 10 di minuti quando il possesso palla della Juve, scandito da 24 tocchi, porta Higuain davanti ad Handanovic: il Pipita non sbaglia. Segna ancora sotto la Curva Sud, infligge il primo stop in campionato all’Inter (a cui rifila il sesto gol in 11 partite) e rimette la Juventus davanti a tutti.

Foto di copertina Ansa

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