La Juve torna a fare paura: comincia a vedersi la mano del ‘Nuovo Sarri’

La partita di San Siro ha riconsegnato la vetta ai bianconeri. E l’allenatore cresce a sua volta

Una sensazione, forse molto comune: fa più impressione l’attuale +1 della Juventus sull’Inter che non il potenziale +5 che il pianeta nerazzurro sognava fino a qualche ora fa. Il motivo è tutto nella progressiva e deflagrante esplosione della Juve, che si accende e morde come una vipera quando si comincia a fare sul serio.


Mentalità

Non può essere un caso. Nelle quattro gare più importanti disputate finora in stagione, la Juventus ha mostrato carattere e crescente applicazione del modello sarriano.Una bella gara a Madrid, un’ora di dominio col Napoli in casa, il tris al Leverkusen e il ratto di San Siro. Work in progress, e i miglioramenti spaventano le concorrenti perché alla mentalità di Allegri si sta sommando il gioco di Sarri. Che, a sua volta, è in fase di evoluzione. I titolarissimi del Napoli? Un ricordo. Oggi Sir Maurizio pesca a piene mani tra moduli e giocatori.


Sarri camaleonte

Non più un modulo eretto a comandamento. Il 4-3-3 resta un riferimento (e lo sarà forse quando tornerà a pieno regime Douglas Costa), ma anche a San Siro Sarri ha vinto la partita con le scelte. E con la possibilità, in una rosa così ampia, di farle. Partenza col trequartista, passaggio al 4-4-2. Game, set and match. Al redde rationem si esce con qualche spunto interessante.

La convivenza e la potenza

La convivenza a tre Dybala-Ronaldo-Higuain è ‘Bellissima al bar’ e in consolle, ma in campo la sostenibilità è ancora lontana. Dybala non assicura la copertura in fase di non possesso e nemmeno è un rifinitore. L’argentino è uomo da ultimi 20 metri e la velocità di esecuzione gli va riconosciuta in quella giurisdizione. Storia docet. Con due riferimenti avanti Dybala perde spazio e volume di attacco all’area. Lo stesso Ronaldo, per quanto abituato a partire largo per poi accentrarsi, predilige l’attacco a due punte. Se una è di ‘servizio’, alla Benzema, meglio ancora. E l’intesa col Pipita, mai sbocciata a Madrid, sta vendemmiando benone alla Juventus. Dove il sacrificato è Mandzukic.

La crescita di Pjanic

Alla riabilitazione di Higuain e Dybala, valore di mercato complessivo intorno ai 150 milioni di euro, va aggiunta la consacrazione di Pjanic. Che tira meno punizioni, ma cresce come non mai. Non è ancora arrivato ai 150 palloni giocati a partita, il bosniaco. Ma intanto comincia a racimolarne un bel po’ anche come diga. E’ l’evoluzione della specie. L’interventismo di Sarri, già apprezzato a Napoli sui vari Jorginho e Zielinski. Niente voli pindarici, il torneo è ancora lungo. Ma con i muscoli (e le infinite alternative) tirati fuori nei passaggi più significativi di questo inizio autunno la Juve si è rimessa addosso, nonostante le reticenze sarriane, l’etichetta di favorita. E, insieme, pure una corazza esteticamente più carina del passato. E la cosa, in giro, spaventa un po’. Anche se è solo +1. Con questa Juve vale qualcosina in più.

Foto di copertina Ansa

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