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Regionali Umbria, l’ombra del conflitto di interessi sul candidato Pd-M5s: 6 milioni dai fondi del terremoto per le sue aziende

09 Ottobre 2019 - 10:41 Angela Gennaro
«Quasi sei milioni per gli hotel da ristrutturare. Più due milioni e mezzo per gare e affidamenti nei servizi mensa dei moduli abitativi. Non manca il trasporto scolastico. Ecco come e quanto il gruppo alberghiero della famiglia Bianconi attinge ai fondi pubblici per la ricostruzione di Norcia», scrive il Corriere dell'Umbria

Nelle società del candidato Pd-M5S per le regionali in Umbria, Vincenzo Bianconi, sarebbe finito più dell’80% dei fondi per la ricostruzione post terremoto di Norcia: i fondi pubblici per ristrutturare i suoi alberghi ammonterebbero a sei milioni.

Bianconi è un imprenditore, a capo di un gruppo di aziende attive nel campo del turismo. Secondo quanto ripota il Corriere dell’Umbria, altri due milioni e mezzo sarebbero stati erogati in cambio dei servizi mensa nei moduli abitativi.

La ricostruzione e i fondi

«Quasi sei milioni per gli hotel da ristrutturare. Più due milioni e mezzo per gare e affidamenti nei servizi mensa dei moduli abitativi. Non manca il trasporto scolastico. Ecco come e quanto il gruppo alberghiero della famiglia Bianconi attinge ai fondi pubblici per la ricostruzione di Norcia», si legge sul Corriere dell’Umbria. «In base ai dati forniti dal Comune si stima che oltre l’80% degli euro transitati nella città di San Benedetto per le attività ricettive dopo il terremoto di tre anni fa è andato alle aziende che fanno capo all’imprenditore Vincenzo, candidato alla presidenza della Regione per Pd e Cinquestelle».

A dare numeri e date è il sindaco di Norcia, Nicola Alemanno di Forza Italia rispondendo in consiglio comunale a una interrogazione del gruppo di opposizione di area Pd, Noi per Norcia, che chiedeva notizie sulla ricostruzione negli alberghi. Alemanno era stato appoggiato in campagna elettorale dallo stesso Bianconi.

Su 27 attività ricettive «rimaste in piedi a Norcia dopo il sisma del 2016 (prima erano 69), solo tre hotel hanno chiesto e ottenuto i permessi. Di questi gli unici due che al 30 settembre hanno in tasca pure i decreti dell’ufficio speciale, con i fondi in denaro definiti, sono dei Bianconi».

Anche quasi tutti i progetti di rilancio sono dei Bianconi: «Alemanno ha citato il piano proposto per gli hotel Palatino e Salicone, con una fusione di volumetrie: ‘Il Salicone verrà ricostruito non più con il format originario ma secondo quello più in voga degli alberghi diffusi. C’è un investimento importante della proprietà’». E poi, si legge ancora, c’è la tenuta Vallaccone «acquistata da imprenditori di Norcia e da un’importante famiglia nel settore turistico di Positano, che investiranno per una struttura qualitativamente superiore all’hotel Seneca».

Bianconi aveva detto, a fine settembre, che per ragioni di «correttezza, trasparenza e integrità morale» si sarebbe dimesso dalla carica di presidente della Federalberghi umbra, sospeso dalla Confcommercio e «anche da presidente dell’associazione del biodistretto di Norcia».

Ora il candidato alla presidenza della Regione dichiara al Corriere dell’Umbria che, «per evitare il conflitto di interessi, qualora fosse eletto presidente, si dimetterebbe da ruoli di controllo del gruppo». L’ex segretario del Pd provinciale di Terni Silveri spiega che «per eliminare del tutto le cause di conflitto dovrebbe rinunciare ai fondi».

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