In Evidenza IsraeleTrasporti pubbliciFedez
POLITICACamera dei deputatiGiuseppe ConteGoverno Conte IILegge di bilancioRoberto Gualtieri

Riservato – Quel segnale pesante per il governo nel voto sulla manovra alla Camera

10 Ottobre 2019 - 15:38 OPEN
Chi ha voluto dare un segnale al governo non cercava la crisi ma voleva avvertire l'area giallorossa che la situazione non è affatto pacificata. Perché? Perché nelle prossime settimane ci sarà da ballare attorno a tre scadenze

A un’occhiata distratta e superficiale oggi al governo non è andata male, nella votazione alla Camera sulla Nadef, la nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (insomma: I titoli della manovra d’autunno da presentare a Bruxelles).

Ma solo per i non addetti ai lavori la maggioranza di 318 sì, contro 194 no e 2 astensioni è rassicurante: perché in realtà non lo è affatto, in quanto la “cornice della manovra” andava votata dalla maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto.

E siccome i deputati eletti sono in tutto 630, e la maggioranza è quindi di 316, sarebbero bastati tre assenti in più per una clamorosa bocciatura. Ma come è possibile che un governo sulla carta dotato di un margine molto ampio a Montecitorio si sia ridotto a rischiare una mazzata che avrebbe probabilmente provocato la crisi? Secondo molti osservatori in realtà si è trattato di un classico “rischio controllato”. Chi ha voluto dare un segnale al governo non cercava la crisi ma voleva avvertire l’area giallorossa che la situazione non è affatto pacificata, e i numeri non sono sotto chiave.

Perché? Perché nelle prossime settimane ci sarà da ballare attorno a tre scadenze che – nella loro somma – metteranno a dura prova il governo: la Leopolda renziana, vero e proprio congresso di fondazione di Italia Viva; la deposizione del premier Conte al Copasir sull’Italygate, l’inspiegabile via libera all’incontro tra il ministro della giustizia Usa con i capi dei nostri servizi nel pieno della scorsa crisi di governo; i risultati in Umbria, che potrebbero riservare un esito drammatico per la maggioranza giallorossa all’esordio come alleanza elettorale regionale.

Un missile a tre stadi che potrebbe colpire i rapporti interni alla maggioranza (Leopolda), Palazzo Chigi (Copasir) e l’asse M5s-Pd (Umbria) solo un mese e mezzo dopo la nascita del governo. Non è un segreto per nessuno, nei palazzi della politica, che al momento esista solo una maggioranza sicura in parlamento: quella contro lo scioglimento immediato delle Camere. Invece sull’aspettativa di vita di questo governo i numeri si fanno molto più risicati: un po’ come nel voto-avvertimento di oggi sulla Nadef…

Leggi anche: