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Daphne Caruana Galizia: a due anni dalla morte della giornalista maltese i familiari attendono ancora giustizia

16 Ottobre 2019 - 07:24 Redazione
Il 16 ottobre del 2017 la reporter 53enne viene uccisa da una bomba piazzata sotto la sua auto

Malta si ferma per ricordare i due anni dalla scomparsa di Daphne Caruana Galizia, la giornalista uccisa il 16 ottobre del 2017 a Bidnija. Alle 3 del pomeriggio, dopo aver lasciato la sua casa, la reporter rimane vittima di una’esplosione causata da una bomba piazzata sotto la sua automobile. La giornalista aveva 53 anni. Le sue ultime parole apparse sul suo blog pochi minuti prima dell’esplosione furono: «Ci sono ladri ovunque, la situazione è disperata». Giornalista da più di 30 anni, al momento della sua morte su di lei pendevano 47 denunce per diffamazione. La maggior parte riconducibili alle sue inchieste pubblicate su uno dei blog più letti di Malta: Running Commentary. La sua carriera nel mondo del giornalismo inizia nel 1987 come editorialista per il Sunday Times of Malta e continua come editorialista e redattrice del Malta Independent. Caruana Galizia era conosciuta per il suo rinomato lavoro giornalistico nell’ambito delle inchieste per corruzione che avevano coinvolto, tra gli altri, anche il primo ministro maltese e i suoi alleati politici. Fu una delle prime giornaliste a fare luce sulle diramazioni maltesi dello scandalo internazionale dei Panama Papers. Galizia risalì al coinvolgimento di Konrad Mizzi, attuale ministro del Turismo maltese, e Keith Schembri, capo dello staff del primo ministro Joseph Muscat.

Le indagini sulla morte

Prima di morire, Caruana Galizia aveva ricevuto diverse minacce. Il suo cane era stato ucciso e la casa era stata bruciata. Morì senza avere accesso al suo conto bancario, congelato dal ministro dell’economia maltese coinvolto in una delle inchieste anti-corruzione della giornalista. Ed era proprio in banca che si stava recando con la sua Peugeout il giorno dell’esplosione. Tre persone sono state arrestate con l’accusa di essere gli esecutori materiali dell’omicidio e per cui sono stati chiesti tre ergastoli: Vince Muscat e i fratelli George e Alfred Degiorgio. Gli investigatori non ancora individuato i mandanti dell’omicidio e i figli della giornalista nutrono grandi preoccupazioni sull’imparzialità dell’indagine. Nessuno dei politici implicato negli scandali portati alla luce dalla giornalista è stato indagato. Sulla trasparenza delle indagini è intervenuto un anno fa anche il Consiglio Europeo che ha avviato un’indagine indipendente sul caso, premendo anche il governo maltese affinchè facesse lo stesso. Un recente rapporto che esamina l’omicidio (e lo stato di diritto a Malta in generale), preparato da Pieter Omtzigt, deputato olandese e relatore speciale presso l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (PACE), ha identificato diverse sfide. Sfide che impediscono un’adeguata indagine sulla questione e che impediscono di assicurare i responsabili alla giustizia. Sin dal suo assassinio, un memoriale eretto per chiedere giustizia sul suo caso è stato ripetutamente demolito, a riprova, secondo i figli, dei tentativi del governo di diffamare e cancellare la memoria della madre, e il suo lavoro.

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