Delitto di Roma, odiatori e guardoni assaltano il profilo di Del Grosso. Ma è un omonimo…

I soliti fenomeni alla ricerca del colpevole colpiscono quello sbagliato, inviando persino richieste di amicizia

Niente da fare! Nel mondo dei social esistono diversi «fenomeni» che, alla ricerca del colpevole di un fatto orrendo come l’omicidio di Luca Sacchi, non sono capaci di trattenere la propria rabbia scagliandosi contro il primo che incontrano e che si chiama come uno degli arrestati. È successo con Valerio Del Grosso, omonimo del giovane accusato per l’omicidio del 23 ottobre scorso, come lui stesso cerca di spiegare in un post Facebook il 25 ottobre:


Viste le ripetute richieste di amicizia che mi stanno arrivando,i messaggi d’insulti su link e foto del mio profilo e tanto altro,volevo avvisare i fenomeni dei social che NON SONO IO il Valerio Del Grosso della tragedia di Colli Albani.


Il post Facebook pubblico di Valerio per difendersi e contrattaccare i soliti «fenomeni» del web.

Ciò che fa rabbrividire sono le richieste di amicizia, perché mai inviarle? Se era davvero lui cosa pensavano di ottenere gli utenti ben sapendo che si trovava rinchiuso e impossibilitato a rispondere?

Un minimo di ricerca

Avevo adocchiato l’account di Valerio quando cercavo l’amico di Paolo Pirino, l’altro ragazzo arrestato. A differenza dei «fenomeni» ho fatto una ricerca approfondita, ho fatto i dovuti controlli tra amicizie per cercare lo stesso Valerio e la Smart, il tutto per avere infine conferma da una fonte certa. Solo allora ho scritto l’articolo, ma solo ed esclusivamente dopo essere certo di non aver diffuso erroneamente il volto di una persona sbagliata.

Nel caso dell’omonimo e innocente Valerio Del Grosso, nel suo profilo viene riportato il suo luogo di lavoro che ho appositamente contattato per avere informazioni ottenendo la seguente risposta: «Si, ora non è qui ma lo può trovare domani». A raccontare il caso di omonimia è stato anche Il Messaggero.

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