Contagiò col virus Hiv le sue partner, Cassazione condanna Talluto: «Valutare aumento della pena»

La corte suprema ha anche disposto a carico dell’imputato un processo d’appello bis per valutare una pena più severa rispetto a quella di 22 anni di reclusione

Valentino Talluto, l’uomo che ha contagiato con il virus Hiv 32 donne, è responsabile del reato di lesioni gravissime. Lo ha deciso la prima sezione penale della Cassazione.


La corte suprema ha anche disposto a carico dell’imputato un processo d’appello bis per valutare una pena più severa rispetto a quella di 22 anni di reclusione pronunciata nei suoi confronti dalla Corte d’assise d’appello lo scorso dicembre. Con il nuovo processo, dunque, la Corte d’assise d’appello di Roma dovrà valutare se debba essere inflitta una pena ancora maggiore a Talluto.


La Cassazione ha rigettato in toto il ricorso di colui che è stato definito “l’untore”, mentre ha accolto quelli presentati da alcune parti civili e, parzialmente, quello della procura generale di Roma. Respinto, invece, il ricorso della procura generale della Capitale nel punto in cui sosteneva la sussistenza, a carico dell’imputato, del reato di epidemia dolosa.

A partire dal 2006, Talluto ha infettato le sue partner con rapporti non protetti pur sapendo di avere l’Hiv. Era stato condannato in primo grado il 27 ottobre del 2017 a 24 anni di carcere quando i giudici lo avevano riconosciuto colpevole del reato di lesioni gravissime, ma non di quello di epidemia dolosa. La pena nel 2018 era poi stata ridotta in Appello a 22 anni.

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