Mali, l’Isis rivendica due attentanti. È la prima rivendicazione dopo la morte di al Baghdadi

I due attacchi contro le forze maliane e francesi sono avvenuti nella regione di Menaka, vicino al confine col Niger

L’Isis ha rivendicato l’attacco del 1 novembre in cui sono rimasti uccisi 53 militari maliani e dell’esplosione di un’autobomba che ha portato alla morte del caporale francese Ronan Pointeau. Entrambi gli attacchi sono stati messi a segno al confine con il Niger, nella regione nord-est di Menaka. Si tratta della prima rivendicazione di due attacchi dopo la morte del Califfo al Baghdadi. «I soldati del califfato hanno attaccato una base militare dove sono posizionati elementi dell’esercito maliano apostata nel villaggio di Indelimane, nella regione di Menaka», si legge in una nota dell’Isis diramata attraverso l’agenzia di stampa Amaq, senza tuttavia citarne le prove. È dal 2012 che le forze dell’Isis si sono introdotte nel Mali, tentando progressivamente di prendere il controllo del Paese. Negli ultimi mesi i militanti dell’Isis stanno tentando di espandersi sul territorio maliano, in particolare modo intensificando la propria attività nel nord est del Paese. «L’attacco di ieri è solo l’ultimo di una serie di brutali attacchi che sono spesso culminati nel massacro di qualsiasi presidio sconfitto. Si tratta di attacchi chiaramente volti a distruggere il morale degli eserciti nazionali nel Sahel», ha dichiarato il consulente del Chatham House’s Africa Programme Paul Melly ad Al Jazeera


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