Pochi minuti dopo le 21.30 le commissioni Bilancio (della Camera e del Senato) chiudono la giornata di audizioni sulla manovra 2020. Il governo non ha raccolto grandi complimenti: la più critica è stata Confindustria che ha chiesto all’esecutivo un’operazione di realismo e un piano di medio termine che «non penalizzi l’unica vera risorsa del Paese, cioè i luoghi di lavoro».
Ma la parola più citata del giorno è stata ‘plastic tax’, la microtassa ‘etica’ che non sembra piacere ai produttori (ma nemmeno ai consumatori) e il cui destino si incrocia con le prossime elezioni regionali: quelle in Emilia-Romagna. Il co-relatore della legge di Bilancio Dario Stefano (Pd) ha ammesso: «Dalle audizioni in corso, arriva una sollecitazione ampiamente condivisa: occorre modificare la plastic tax e la sugar tax perché questi provvedimenti rischiano di colpire indiscriminatamente il sistema industriale del nostro Paese».
Dalla relazione del servizio Bilancio del Senato arrivano i primi dati ‘scomodi’: le entrate della nuova imposta (tassando un euro al chilo i prodotti) sarebbero sovrastimate per circa 800 milioni di euro, anche perché il mercato si potrebbe rapidamente adattare e sfruttare gli incentivi verso contenitori biodegradabili.
Per la direttrice generale di Confindustria Marcella Pannucci questa imposta «danneggia pesantemente un intero settore produttivo» e avrà «un impatto sulla spesa delle famiglie stimabile in circa 109 euro annui». Tra un’osservazione critica e l’altra, Pannucci beve un po’ d’acqua da una bottiglietta di plastica. Sorrisi tra i parlamentari. «Finché non la tassate…», prova a scherzare lei.
Il deputato Luigi Marattin (Iv) alterna invece interventi a difesa del ministro dell’Economia dem Gualtieri ad attacchi alla manovra, soprattutto sulla plastic tax. Gli esponenti leghisti (Garavaglia, Borghi e Bagnai) lamentano la scarsa presenza di membri del governo.
Altro tema particolarmente caldo è stato il taglio del cuneo fiscale: i sindacati in audizione, pur criticando l’esiguità delle risorse dedicate a questo, hanno chiesto che la misura continui a riguardare solo i lavoratori dipendenti. Un messaggio diretto ai 5 Stelle, che sperano invece si possa allargare anche alle imprese.
Sia Confindustria che i sindacati concordano poi sulla necessità di rafforzare i contributi per facilitare l’assunzione dei giovani a tempo indeterminato. Più in generale la Corte dei Conti ha invece sottolineato che nella manovra «manca un quadro organico delle misure che il governo intende assumere, rinviate a specifici provvedimenti collegati».
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