Il modello Starship di SpaceX non volerà mai. Gli sforzi verranno distribuiti verso un modello più recente: l'Mk-3
Lo Starship era un razzo di nuova generazione nella scuderia di SpaceX, la compagnia aerospaziale fondata da Elon Musk. Era pensato per traspotare persone e cargo al di fuori dell’atmosfera terrestre, verso la Luna o Marte. Il suo viaggio si è fermato sulla terraferma, a Boca Chica, in Texas, dopo che la punta di un prototipo è saltata in aria durante dei test. Le immagini dell’esplosione, che ha provocato il rilascio di grandi quantità di propellenti criogenici e ha sparato in aria detriti solidi, sono state catturate in tempo reale dagli stream amatoriali di osservatori ed entusiasti sul posto.
Un portavoce di SpaceX ha fatto sapere che non ci sono stati feriti e che il disastro di oggi era, a suo modo, prevedibile: i test di giornata servivono proprio a studiare il funzionamento dei sistemi sottoposti a pressioni massime. Sull’incidente è intervenuto anche Elon Musk. Negli scorsi mesi aveva suggerito che il prototipo danneggiato, l’Mk-1, avrebbe raggiunto l’orbita terrestre in meno di un anno. Oggi ha invece di fatto confermato il suo ritiro, ridistrubendo risorse e sforzi verso un modello più recente, l’Mk-3.
Il movimento delle sardine è diventato nazionale: non è più solo una questione dell’Emilia rossa, persino all’estero se ne parla. A Dublino stanno provando a organizzare un flash mob nel cuore della capitale irlandese. Ma sull’onda della popolarità, qualcuno sta cercando di cavalcare il successo delle sardine. O peggio, sabotarlo: è il caso della pagina Facebook Venezia raccolta fondi allagamento. Creata il 17 novembre, con soli 6 mi piace, chi c’è dietro ha pensato bene di lanciare un evento 6.000 sardine contro Salvini.
La segnalazione ci arriva da Fabio Cavallo, della Rete antifascista italiana che sta collaborando all’organizzazione del flash mob ufficiale delle sardine a Milano, in programma il 1 dicembre dalle 17:00 alle 19:00 in Piazza Mercanti. Il nome dell’evento, quello vero, è Le sardine a passo Duomo. «Il timore – racconta a Open – è che qualcuno voglia delegittimare il movimento delle sardine. C’è il rischio che qualcuno si presenti in piazza Duomo il 21 dicembre – la data dell’evento fake – e non trovi nessuno». Un rischio che, proprio per la popolarità raggiunta dalle sardine, riguarda quasi 15mila persone, considerando chi ha dichiarato la partecipazione o l’interesse all’evento della pagina Venezia raccolta fondi allagamento.
Per questo è nata la necessità di un’organizzazione nazionale delle decine di flash mob che andranno in scena nelle prossime settimane. «Noi cerchiamo di verificare che gli organizzatori locali rispettino i valori del messaggio lanciato dalla piazza di Bologna il 14 novembre – spiega a Open Mattia Santori, l’ideatore delle prime sardine che, a Bologna, hanno stupito l’Italia -. Di solito c’è sempre comunità di intenti, l’unica avvertenza che diamo è di essere il più inclusivi possibile».
A scanso di equivoci, ribadiamo che l’evento ufficiale a Milano è fissato in data 1 dicembre: «Siamo entrati in contatto con gli organizzatori de “Le sardine a passo Duomo” e l’abbiamo calendarizzato nella pagina ufficiale», continua Santori. L’iter è questo: i gruppi locali entrano in contatto con la pagina Facebook 6.000 sardine e, verificate alcune condizioni come quella di non marchiare sotto il simbolo di un partito la manifestazione, gli organizzatori di Bologna danno il via libera al flash mob. «Essendo un fenomeno molto genuino, abbiamo bisogno di una pagina ufficiale per assicurare una linea: ci arrivano varie segnalazioni secondo cui su alcune piattaforme hanno provato a intromettersi i partiti. Ma sono tanti i rischi che si rovini il messaggio originale delle 6.000 sardine bolognesi», spiega Santori. Ma ci tiene a precisare: «La piazza è comunque politica: poiché questi flash mob hanno uno scopo sociale, è ovvio che in quel momento la manifestazione diventa anche politica. Altrettanto ovvio è che ci possano essere persone che fanno parte di qualche partito, la partecipazione civica può partire da tutti. L’importante è preservare il messaggio della piazza bolognese: basta odio, basta populismo».