Terremoto M5s per il voto su Rousseau per le Regionali: in Calabria si dimette il coordinatore, in Emilia-Romagna è ammutinamento

Scoppia il caos tra i 5 Stelle proprio mentre sulla piattaforma online il Movimento decide se correre o meno alle elezioni del 26 gennaio

Non sono bastate le numerose riunioni tra i parlamentari M5s eletti in Emilia-Romagna e Calabria e Luigi Di Maio. «Non sapevamo del quesito su Rousseau» spiega uno di loro a Open. La linea degli esponenti eletti nelle due regioni al voto il 26 gennaio era di presentarsi al voto, con simbolo e candidato per provare a far eleggere qualche esponente 5 Stelle in consiglio regionale. Invece ora la scelta viene affidata alla votazione online.


Dalla pagina Facebook M5s in Emilia-Romagna, rileva l’Ansa, si invita esplicitamente a votare no al quesito: «Il Movimento sta cambiando ma mandare i cittadini nelle istituzioni è nel suo dna. Per questo vi invitiamo a votare no» ed è stato lanciato l’hashtag #VoglioVotareM5S. Era stato Max Bugani, fedelissimo di Davide Casaleggio e consigliere comunale a Bologna, a manifestare per primo una posizione opposta. «Alle Regionali? Per me è meglio non presentarsi, è un fatto di serietà», aveva detto uno dei volti storici del Movimento 5 Stelle.


La volontà di affidare la scelta al voto su Rousseau senza decidere subito di presentarsi alle prossime Regionali viene criticata anche da molti parlamentari. «Perché deve essere osservata una pausa fino a marzo? Non siamo pronti per presentarci in Calabria ed Emilia-Romagna, ma per le Regionali in Puglia e Campania si?», si chiede il deputato Francesco Forciniti, che già ieri aveva criticato la decisione dei vertici 5 Stelle. Il collega Paolo Parentela, coordinatore della campagna elettorale per le Regionali calabresi, si è dimesso da questo incarico.

«Con il voto di oggi su Rousseau, i vertici del MoVimento 5 Stelle scelgono di non scegliere, deludono le migliaia di attivisti calabresi che con sacrifici e rischi hanno sempre lavorato sul territorio» ha scritto su Facebook. Sempre sui social network si sono sfogati altri parlamentari come Anna Laura Orrico (sottosegretaria ai Beni culturali), Maria Edera Spadoni (vice-presidente della Camera), Laura Granato, Virginia La Mura, Davide Zanichelli e Francesco Sapia. Critiche anche per il testo del quesito, come scrive il senatore emiliano Gabriele Lanzi.

Il capo politico M5s Luigi Di Maio ha annunciato che non parteciperà al voto online: «Come capo politico scelgo sempre di votare il meno possibile per evitare di prendere una parte. Nessuno dei nostri vuole andare con il Pd su quei territori». Da mesi il leader 5 Stelle è alle prese con un confronto interno che ha portato a critiche (pubbliche) sull’organizzazione del partito ma anche su questioni più calde, come lo scontro sullo scudo penale per l’ex-Ilva.

A schierarsi apertamente contro la presenza dei 5 Stelle alle prossime Regionali è stato il ministro Vincenzo Spadafora: «Gli attivisti e i portavoce in Emilia-Romagna e Calabria hanno fatto un lavoro straordinario (…) ma penso che non dovremmo impegnarci nei prossimi mesi nelle campagne elettorali per mettere tutti in condizione di partecipare a un percorso in cui la priorità sia il M5s».

In favore della candidatura di esponenti pentastellati si sono schierati anche alcuni consiglieri regionali M5s. Alice Salvatore, capogruppo 5 Stelle in Liguria, ha spiegato: «È importante introdurre nelle istituzioni preziose sentinelle che porteranno la voce dei cittadini nei rispettivi consigli regionali». Mentre Dario Violi, capogruppo M5s nel consiglio regionale lombardo, ha criticato anche la votazione su Rousseau.

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