Fondi ai partiti, Di Maio smorza i toni con Renzi e apre a una commissione (anche) sulle associazioni. Una frecciatina a Rousseau?

Segnale che l’asse Di Maio-Casaleggio non è più saldo come qualche tempo fa? L’incontro con Grillo dei giorni scorsi potrebbe aver mutato gli equilibri interni?

Luigi Di Maio, alla notizia dell’inchiesta che sta coinvolgendo la fondazione Open vicina a Matteo Renzi, aveva immediatamente avanzato la proposta di una Commissione parlamentare sui finanziamenti ai partiti.


Renzi aveva replicato a stretto giro: «Se Di Maio vuole una commissione di inchiesta su come si finanzia la politica io ci sto. Mettiamoci dentro Partiti, Fondazioni e Srl vicine al Movimento che ricevono consulenze e collaborazioni da società pubbliche, non solo italiane. La trasparenza vale sempre, no?».


Lo stesso ministro degli Esteri dell’esecutivo giallorosso è tornato oggi, 27 novembre, sul tema con un videomessaggio in diretta su Facebook in cui però i toni sembrano decisamente diversi da quello che era sembrato un attacco diretto al leader di Italia Viva che è e resta un alleato di governo.

«Dobbiamo fare una commissione d’inchiesta sui fondi ai partiti, inclusi, lo voglio dire, associazioni, fondazioni, movimenti, quindi ci dobbiamo sottoporre tutti al controllo della commissione d’inchesta. La magistratura farà i suo corso, ma qui non stiamo parlando di atti illegali, qui magari stiamo parlando di atti legali ma che richiedono trasparenza», ha detto Di Maio. Alcuni hanno visto nella sua apertura una frecciatina alla Casaleggio Associati e dunque a Rousseau.

Smorza i toni con Renzi

Il capo politico del M5S non nomina mai né Matteo Renzi, né l’inchiesta sulla fondazione Open, limitandosi a un generico: «Quello che sta venendo fuori è allucinante, ma abbiamo gli strumenti parlamentari: la commissione di inchiesta ci serve a questo. Queste sono ore in cui stiamo leggendo di inchieste ancora una volta per finanziamento illecito».

Una frecciatina alla Casaleggio?

Il riferimento alla possibilità di indagare anche su associazioni e fondazioni sembra la conferma che l’incontro con Grillo dei giorni scorsi potrebbe aver mutato gli equilibri interni. Anche da Casaleggio del resto sarebbero venuti, raccontano alcuni retroscena, segnali di presa di distanza nei confronti di Di Maio.

L’attacco alla Lega

Nella sua diretta, Di Maio ha portato avanti il braccio di ferro con Atlantia, ripercorrendo le ultime vicende (anche giudiziarie) che hanno portato al week-end nero in Liguria, dopo il crollo del viadotto sulla Torino-Savona e la chiusura della A26: «Per me e per il M5S – attacca Di Maio – le concessioni vanno revocate a Benetton. E chi è che ci ha bloccato? La Lega che in questi momenti come in passato ha sempre sostenuto che i gestori dovessero continuare ad gestire le autostrade».

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