Prescrizione, aut aut del Pd al M5S: «Basta veline, o concordate le correzioni o decide il Parlamento»

La replica del Movimento: «Con le minacce non si va da nessuna parte»

Il Partito Democratico non ci sta e pone un aut aut al Movimento 5 Stelle sul tema della riforma della prescrizione. L’ultimatum è affidato alle parole del presidente dei senatori dem Andrea Marcucci che avverte l’alleato: «La riforma della prescrizione è nelle mani del presidente Conte, non certo delle veline del M5S. Serve un intervento correttivo, decida Di Maio se vuole condividerlo con la maggioranza, o lasciare che il Parlamento si esprima liberamente».


A Marcucci hanno replicato a stretto giro i pentastellati che fanno sapere attraverso loro fonti che «con le minacce non si va da nessuna parte. È opportuno, invece, dimostrare chiaramente di essere leali e andare avanti in maniera compatta. Con la riforma della prescrizione abbiamo la possibilità di mettere la parola fine all’era Berlusconi che ha fatto solo del male al nostro Paese. Siamo certi che il Pd farà la scelta giusta pensando all’interesse dei cittadini».


Solo ieri Luigi Di Maio sul tema prescrizione era andato all’attacco: «Se il Pd poi vuol votare una legge con Salvini e Berlusconi per far tornare la prescrizione com’era ideata da Berlusconi sarà un Nazareno 2.0, ma non credo avverrà», ha detto Di Maio. 

Il riferimento del ministro dell’Interno era alle parole di Matteo Renzi, che sul Messaggero, ha sostenuto: «Ora ci sono due alternative: la prima è che la nuova maggioranza trovi una soluzione. E sarebbe meglio. Se non accadrà noi non ci inchineremo al populismo giudiziario imperante. E dunque, se non ci sarà accordo, voteremo il pdl di Enrico Costa, persona saggia e già viceministro alla giustizia del mio governo».

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