Popolare di Bari, l’affondo di Di Maio su Facebook: «Mai con le banche, sempre con i risparmiatori»

«Quali manager hanno firmato per prestare i soldi dei baresi allo scoperto?» chiede il ministro degli Esteri

«Siamo sempre stati dalla parte dei risparmiatori ed è loro che dobbiamo aiutare, non gli amici delle banche». Lo scrive su Facebook il capo politico M5s Luigi Di Maio rilanciando un video del suo comizio di ieri a Catanzaro.


Il leader dei Cinque Stelle mette le cose in chiaro sulla questione della Popolare di Bari, lasciandosi andare in un lungo messaggio: «È un’altra banca con mega-buco provocato dai manager e da chi evidentemente doveva controllare e non l’ha fatto bene. Tutti in queste ore parlano di decreto legge», dice.


E poi: «Ma non corriamo troppo. Per noi ci sono 2 cose da fare prima di arrivare ad un decreto: vogliamo sapere da chi doveva sorvegliare cosa è emerso in questi anni. Quante sono state le ispezioni di Bankitalia negli ultimi tre anni? Vogliamo sapere chi ha prestato soldi e a chi».

Quindi, affonda ulteriormente il colpo lanciando anche qualche frecciatina: «Se dobbiamo mettere soldi pubblici in una banca per evitare che saltino i conti correnti dei pugliesi, quella banca deve diventare di proprietà dello Stato per creare la banca pubblica per gli investimenti, che è un nostro obiettivo. Non faremo come qualcuno in passato con le banche Venete, che furono ripulite con i soldi degli italiani e poi furono regalate (al prezzo di un euro) ad altre banche».

Le risposte che il M5s vuole sulla Popolare di Bari «per me devono restare agli atti di un punto ad hoc del Consiglio dei Ministri con una discussione chiara e a verbale», dice poi in un passaggio.

«La commissione di inchiesta sulle banche è ferma da un anno. Ancora bisogna eleggere il Presidente. È arrivato il momento di farlo. Quella commissione sono sicuro aprirà un vaso di Pandora. E non vediamo l’ora».

Il ministro degli Esteri chiude, scrivendo: «Credo che possiamo essere tutti d’accordo, in Consiglio dei Ministri, prima si fa chiarezza sulla verità, su chi ha ridotto in quel modo la banca, lasciandolo agli atti, e poi provvediamo al resto».

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