Migranti, lo sbarco “anomalo” di Pozzallo: arrivano in Italia i primi profughi di guerra libici

A bordo della Ong non c’erano richiedenti asilo originari dell’Africa centrale, ma famiglie libiche in fuga dalla guerra civile

Lo sbarco a Pozzallo dei 32 migranti provenienti dalle coste libiche non è come tutti gli altri. A scendere dalla Alan Kurdi il 29 dicembre non è un gruppo di migranti subsahariani disperati, in fuga dai centri di detenzione libici, vestiti di stracci e con addosso i segni delle ferite da armi da fuoco. A toccare terra sembrano essere famiglie libiche di ceto medio.


«Sembrano delle famiglie, per così dire, “normali”», ha detto Vincenzo Morello, il medico di porto che li ha accolti. Ed è così: il 29 dicembre sono sbarcati in Sicilia i primi profughi della guerra civile.

Solo nel 2019, sono morti in mare o sono risultati dispersi nelle acque oltre un migliaio di persone. Ognuna di loro fuggiva da dittature e persecuzioni in atto nell’Africa centrale, ed era arrivato in Libia di passaggio dopo settimane o mesi di viaggio per poter salpare verso l’Europa. Oggi sono sbarcate in Italia famiglie con passaporto libico, «stanche di vivere tra i bombardamenti, gli omicidi, i sequestri e le milizie».

Ultimi giorni di tensione in Libia

«Ciò denota come la punta di un iceberg di una situazione difficile che andrebbe più che mai risolta», ha commentato il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna.

Negli ultimi giorni, infatti, la situazione in Libia è precipitata: il generale della Cirenaica Kalifa Haftar ha intensificato le sue azioni verso Tripoli e la Turchia ha iniziato a mandare mercenari per difendere le milizie del governo di Fayez al Sarraj.

Sally Hayden su Twitter | Un migrante sulla Alan Kurdi mostra il passaporto libico

I profughi sono stati tutti trasferiti all’hotspot, eccetto una donna all’ottavo mese di gravidanza e suo figlio piccolo, che sono stati trasferiti in ospedale per ricevere assistenza. Un altro bimbo di pochi anni è al momento sotto osservazione per una bronchiolite. Nessuna emergenza medica, il che, secondo i medici, è segno di una breve permanenza nelle cosiddette “connection house” prima di affrontare il mare.

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Foto copertina: Sally Hayden su Twitter