Campobasso, assessore si dimette dopo un post su Mussolini

L’ex assessore Di Stefano si è definito una «vittima di pregiudizi» ma, nonostante le sue reticenze iniziali, ha comunque deciso di lasciare

All’inizio Massimo Di Stefano, assessore alla cultura e turismo di Montenero di Bisaccia, in provincia di Campobasso, aveva rifiutato di dimettersi per il suo post su Facebook in cui riportava un aforisma attribuito a Benito Mussolini in cui il Duce definiva «infami» i «traditori».


Le scuse e le accuse nei confronti «di certi pseudo intellettuali e politici»

«Prendo atto della richiesta dei colleghi di maggioranza, ma non ritengo di dover rassegnare le dimissioni da assessore comunale, poiché le mie azioni, espletate nell’ambito di tale funzione, si sono sempre ispirate all’ordinamento democratico-costituzionale», aveva scritto Di Stefano in una nota consegnata alla stampa.


Poi però sono arrivate le dimissioni e le scuse con «tutti coloro che hanno creduto in me». Le scuse – in cui Di Stefano si definisce vittima del «pregiudizio di fascismo verso gli uomini della destra democratica ed in generale verso tutti» – sono state accompagnate però a un critica nei confronti «di certi pseudo intellettuali e politici che, non avendo più nulla da dire o da rappresentare politicamente, cercano di demonizzare l’avversario tacciandolo di fascismo».

Facebook / Il post dell’assessore

Il Sindaco chiede le dimissioni, poi scusa «l’amico»

In una nota diffusa alla stampa e pubblicata sull’account Facebook del Comune, il Sindaco Nicola Travaglini ha ringraziato «l’amico Di Stefano» per il gesto che denota «maturità e un alto senso di responsabilità». Nonostante fosse stato lui stesso a chiedere le dimissioni di Di Stefano, Travaglini ha comunque voluto difendere l’ex assessore.

«Nell’esprimere la mia convinzione che, con il suo post, Massimo di Stefano non abbia mai voluto inneggiare al fascismo o a Mussolini – scrive il Sindaco – ritengo ancora oggi che un rappresentante delle Istituzioni debba mantenere un profilo che sia sempre al di sopra delle parti e soprattutto rispettoso del ruolo pubblico ricoperto, oltre che rispettoso nei confronti della sua maggioranza e delle sensibilità di tutti i cittadini».

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