M5s, Di Maio su Paragone (senza citarlo): «Qualcuno pensa che il Governo precedente fosse migliore di questo»

«In appena 20 mesi abbiamo già approvato 40 provvedimenti. Niente male per un Movimento per la prima volta al Governo, no?»

Un post che risponde al caso di Gianluigi Paragone, senza mai citare il nome del senatore o fare un riferimento esplicito alla sua espulsione dal Movimento. Luigi Di Maio, la sera del 2 gennaio, scrive su Facebook un lungo post per rivendicare le azioni dei 5 stelle, tanto nel primo governo guidato da Giuseppe Conte, con la Lega, quanto nel secondo con il Pd. «Vorrei dedicare questo 2020 a tutti coloro che ad agosto mi dicevano che anche con questo governo non avremmo mai approvato il taglio dei parlamentari. Lo abbiamo fatto l’8 ottobre 2019», esordisce il ministro degli Esteri. Poi prosegue con l’elencazione dei risultati rivendicati durante il Conte II, tra cui il carcere per i grandi evasori e la legge sulla prescrizione entrata in vigore il 1° gennaio. Di Maio rivendica un po’ di «amor proprio» per gli obiettivi raggiunto dal Movimento. «Quando raggiungiamo obiettivi di questa portata dovremmo riconoscerceli». E poi rilancia con quello che in questi tempi è tra i principali cavalli di battaglia nel Movimento. «Ora il prossimo passaggio cruciale sarà togliere le concessioni ai Benetton».


«C’è qualcuno che pensa che il Governo precedente fosse migliore di questo», dice, e tra le righe si potrebbe leggere il nome di Paragone, critico ormai da tempo con le scelte del Movimento dai cui probiviri è appena stato espulso. «Io penso che i conti si debbano fare alla fine. Ho sempre e solo pensato a portare a casa i risultati per gli italiani. Abbiamo portato i leghisti a votare la legge spazzacorrotti, il blocco delle trivelle in mare e il reddito di cittadinanza», dice Di Maio. «Ora siamo in un altro governo. E conta cosa otterremo per gli italiani. Quel che è certo, è che in appena 20 mesi abbiamo già approvato 40 provvedimenti. Niente male per un Movimento per la prima volta al Governo, no?». E conclude: «Qualcuno dice che non contano i numeri, ma la qualità. Sono pronto a confrontarmi anche su quello. Le nostre leggi vanno sostenute e difese, perché sono diretta espressione dei cittadini. È in questo modo che difendiamo i principi e i valori del Movimento».


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