Hong Kong, la Cina licenzia il suo inviato nell’ex colonia: è il primo “rimpasto” dall’esplosione delle proteste

Resta invece al suo posto la governatrice Carrie Lam, sulla quale già nei mesi scorsi erano circolate voci di un possibile passo indietro

Dopo sette mesi di proteste a Hong Kong, la Cina ha deciso di sostituire l’inviato di Pechino nell’ex colonia. Come annunciato dalla tv di Stato Cctv: «Wang Zhimin è stato licenziato» da capo dell’ufficio per i rapporti con la Cina e «sarà sostituito da Lui Huining».


È il primo rimasto di peso a Hong Kong dall’esplosione delle proteste, mentre resiste al suo posto la governatrice Carrie Lam, sempre più in discussione dopo la sconfitta alle elezioni locali a favore delle forze pro-democrazia.


Lo scorso ottobre, il Financial Times aveva anticipato che da Pechino ci sarebbe stata l’intenzione di sostituire Lam, considerata ormai una figura fin troppo divisiva per la politica di Hong Kong.

Al suo posto erano circolati i nomi di due funzionari filo-cinesi come Norman Chan, capo dell’autorità monetaria di Hong Kong fino al 2019, e Henry Tang, già in passato candidato governatore poi sconfitto nel 2012.

La governatrice Lam in una nota ha espresso un «caloroso benvenuto» e la piena fiducia che, sotto la leadership di Luo Huining, il liaison office di Pechino nell’ex colonia continuerà a lavorare d’intesa con il governo locale per «la piena attuazione della Basic Law e del modello ‘un Paese, due sistemi’ nell’interesse dalla stabilità e della prosperità di Hong Kong».

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