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M5S, il documento di 7 senatori: serve organismo collegiale democraticamente eletto. Via Casaleggio da Rousseau

09 Gennaio 2020 - 23:42 Redazione
Tra le richieste dei senatori grillini c'è anche quella di rivedere il sistema delle rendicontazioni

È stato redatto da sette senatori M5s il documento portato oggi all’attenzione dell’assemblea del gruppo a palazzo Madama. Obiettivo – spiega chi l’ha concepito – è quello di rilanciare il Movimento, «non di affossarlo». Firmato da tre senatori soltanto, il non viene discusso in assemblea congiunta in serata. «È un tema da Stati Generali che vedranno la partecipazione di tutti – spiegano fonti M5s -. Quella sarà la sede per avanzare proposte.

La natura del M5s

Il primo punto del documento si prefigge di posizionare politicamente il M5s nel fronte riformista-progressista del Paese. Il M5s «deve essere guidato da un «organo collegiale, il più ampio e comprensivo possibile, a cui saranno demandate tutte le attività, tra cui quella fondamentale della selezione della classe dirigente del Movimento».

«Il M5s deve continuare a porsi nel panorama politico attuale come forza profondamente riformista, capace di confrontarsi in maniera aperta e propositiva con tutte le forze progressiste esistenti, siano esse presenti in Parlamento che fuori, soprattutto alla luce dei cambiamenti apportati agli assetti istituzionali con la riduzione del numero dei parlamentari e con la legge elettorale che si avvia ad essere profondamente riformata. Come forza democratica, post-ideologica e in ascolto di tutte le istanze politiche e territoriali, il M5S interloquisce e dialoga anche con le migliori espressioni dell’area culturale sovranista, pure se profondamente alternative al nostro sentire, ma che non trovano ascolto e comprensione in un centro destra sempre più dominato da pulsioni autoritarie e qualunquiste», si legge documento.

Organizzazione e statuto

La seconda problematica elencata nel documento si riferisce a un cambio di passo sull’organizzazione e lo statuto del Movimento. «Il M5S dovrà essere guidato da un organismo collegiale democraticamente eletto – si legge – organo che dovrà essere il più ampio e comprensivo possibile. Una forza politica innovativa quale noi siamo si deve porre alla guida di un paese come il nostro con delle regole interne allineate ai migliori standard di democrazia interna, soprattutto in tema di designazione degli organi interni e degli incarichi».

E allora un primo passo – sostengono i senatori che hanno pensato il documento – deve essere la netta separazione tra le cariche interne al movimento e quelle di governo. «La loro sovrapposizione sta determinando concentrazione di potere e criticità ormai incomprensibili sia per la nostra base che per i cittadini in generale».

L’obiettivo sembra essere quello di arrivare a «un organo dirigente del M5s che sia rappresentativo delle tante sensibilità politiche che compongono e animano il movimento stesso (e ne sono la sua forza) ma anche della sua territorialità».

Attività legislativa

Nel terzo punto, invece, viene affrontato il rapporto fra i gruppi parlamentari e il governo, con la richiesta di organizzare meglio tutta la parte che riguarda la decretazione d’urgenza.

«A fronte delle centinaia di proposte legislative presentate dai nostri portavoce, fioccano le decretazioni d’urgenza e i voti di fiducia. È indispensabile una immediata inversione di tendenza, magari con un tavolo permanente che stabilisca le priorità dell’azione legislativa e i temi da inserire nell’agenda di governo, Governo che dovrà rendere partecipe il gruppo parlamentare con un netto anticipo nella comunicazione dei temi e dei testi dei decreti, coinvolgendo i gruppi parlamentari nella loro elaborazione, in modo che questi possano essere concordati, compresi, spiegati e discussi. Non potranno più pretendersi voti “al buio”, senza una opportuna e chiara elaborazione condivisa», si legge nel documento.

La piattaforma Rousseau

La quarta questione, invece, tocca un argomento spinoso: quello della piattaforma Rousseau. I senatori grillini chiedono che diventi uno strumento gestito dal M5s tramite un comitato di garanti che, di fatto, supervisioni la rete a cui vengono demandate le decisioni. Il che significa che verrebbe meno la figura di Davide Casaleggio.

«La gestione dei dati sensibili, la costruzione degli eventi, l’indicazione dei quesiti, il modo in cui si pongono e tanti altri aspetti quali quelli connessi alla stessa selezione degli organi rappresentativi (interni e portavoce) – si legge – devono essere posti sotto il controllo del M5S ed effettuati con metodo democratico».

Le rendicontazioni

Infine, si chiede che non ci siano sovrapposizioni tra ruoli di governo e quelli organizzativi interni al Movimento e che venga rivisto il sistema delle rendicontazioni, fatta salva l’importanza dell’iniziativa.

«La restituzione – si sottolinea in uno dei passaggi – dovrà essere comprensiva della cifra necessaria al mantenimento delle piattaforme tecnologiche e al pagamento di tutte le cause e richieste di risarcimento, presenti e future, relative all’attività politica e mediatica del nostro fondatore Beppe Grillo. Le stesse restituzioni dovranno inoltre essere utilizzate, oltre che per le azioni a sostegno di persone in difficoltà, anche per l’attività di supporto dei militanti sui territori, dei nostri consiglieri comunali e delle articolazioni regionali del M5s».

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