Caso tesi copiata, il linguista: «La ministra deve dimettersi, manda in malora il nostro lavoro»

«Nessuno ce l’ha con la ministra ma adesso è arrivato il momento di dire pubblicamente che queste cose non si devono fare. Lo faccia per i ragazzi» ha detto a Open Massimo Arcangeli

«La ministra Lucia Azzolina deve dimettersi. Non possiamo far passare che tutto è possibile, tutto è lecito, che si può attingere allegramente dal lavoro altrui. Questo si chiama plagio, ed è gravissimo se, come in questo caso, è stato fatto da un ministro dell’Istruzione che, invece, dovrebbe essere in prima linea in una battaglia che noi docenti affrontiamo ogni giorno. Così, invece, manda in malora il nostro lavoro quotidiano».


A parlare a Open è Massimo Arcangeli, linguista e critico letterario che oggi ha accusato la neoministra dell’Istruzione M5s Lucia Azzolina di aver copiato alcuni passaggi della sua tesi dai manuali Dizionario di psicologia di Galimberti, dal Trattato italiano di psichiatria di Pancheri e Cassano e dal Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali curato, per la versione italiana, da Andreoli, Cassano e Rossi. Senza citare le fonti né inserendo virgolettati.


Come ha scoperto il presunto plagio

Un’idea, quella di spulciare la tesi depositata dalla ministra presso la scuola di specializzazione per l’insegnamento secondario della Toscana, nata «per caso»: «Il campanello d’allarme è stato un passo, tratto dal Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, che è noto a chi è esperto della materia. Un passo che io ricordavo quasi a memoria. A quel punto mi sono chiesto: com’è possibile che non sia virgolettato? Poi ho controllato meglio e ho visto che non era indicato nemmeno nella bibliografia».

Da lì la scoperta di altri tre passi che, secondo il linguista, sarebbero stati copiati dai manuali.

Una tesi di 41 pagine

Una tesi di 41 pagine che Arcangeli sta passando al setaccio per rintracciare altre presunte scopiazzature: al momento ha verificato soltanto tre pagine, quelle disponibili gratuitamente su internet, ravvisando che per la metà sarebbero il risultato di un plagio. Adesso gli toccherà studiare altre 38 pagine.

«Nessuno ce l’ha con la ministra Azzolina ma adesso è arrivato il momento di dire pubblicamente che queste cose non si devono fare. Lo faccia per i nostri ragazzi». Ma lei nega tutto: «Non fatevi prendere in giro, non é né una tesi di laurea, né un plagio».

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